[Magione] Achesta - Draugceleb / ''Tanto siamo nella Luce, entrambi.'' (ATT.NE MASTER ALIAS)(ok)

Lucrezia Shirokokoro Ciccolella
00giovedì 7 aprile 2016 02:18
RIASSUNTO

Dopo l'incontro con la stella, l'elfo ancora stordito dal mal di testa presente e altalenante, chiede ad Achesta un incontro perchè deve recarsi a Barrington per incontrarsi con Shariziah e vuole portarla con se per conoscere parte della città. Ovviamente l'altra risponde che dovrà prima chiedere a chi è custode di tutta la congrega e che gli farà sapere al più presto la sua risposta.

COMMENTO

Role di riposo per l'elfo e ringrazio la player di Achesta perchè è stata davvero bella in toto e Draug non le dice che dovrà partecipare alla questione stella perchè il mal di testa lo distrae molto dalla realtà XD. Spero di averla postata bene, è stata proprio una bella role.

REGISTRAZIONE

ACHESTA [Cortile Magione > Interno] E' bastato il solo canto dell'aquila minore per spalancare le porte 'invisibili' della Fortezza dei Druidi, un lungo suono prolungato per avvertire i guardiani del Cerchio della Natura che qualcuno o, in questo caso, qualcosa cercava un sordo spiraglio per oltrepassare ciò che ai più non è permesso; le grotte e le caverne e la tana. La carta del Fante l'ha fatta sobbalzare da quella specie di inerzia sulla quale stava seduta nella comune dei Sacerdoti. Non è da Achesta fare in fretta, muoversi, agire d'impulso, ma vi sono sempre delle precise -eccezioni- a quelle regole così ardue e così anche coraggiose. La firma di Draug è poi la molla, quasi sempre. Si è tirata sulle spalle un lungo ed abbondante mantello di lana cotta e, vestita di un abito particolarmente pregiato, non tanto nella fattura, ma nel taglio, ha fatto che lasciare i ghiacci del Castello. Per quanto ne sa non è accaduto ancora nulla sull'isola, né corvi, né altre visioni, segno che la Dea non ha ancora richiamato ad Ella la Sua Futura Regina, ma è cauta, lo è stata mentre avrebbe oltrepassato il cristallo della cascata dal bosco driadi per farsi annunciare come Achesta da un uomo della Magione che, ora, l'ha riconosciuta e la riconosce per quello che aveva abbracciato in passato, non per quello che adorna il cammino carico di magia e durezza che ha sotto i piedi adesso. E' oltre il cortile, su quella porta ormai d'ingresso, ammantata così come un intreccio di vite, di vitigni di buona fortuna ed è Lunare, come la Luna che le dà il nome. E si dice che per ogni destino vi sia sempre un nome, un presagio, un filo disegnato e distinto. E' bella. Bella con il volto bianco e gli occhi argentei e scuri, carichi, abituati alle ombre ed alle luci, mantenendo saldi entrambi i fili di un pesante Equilibrio.

DRAUGCELEB (stanza)E' seduto nella penombra l'elfo, con una semplice camicia bianca e pantaloni neri aderenti alle gambe. Gli stivali alti al polpaccio sono bianchi e la lunga riposa lì accanto alla poltrona dove è seduto nella propria stanza. Dopo quello che era successo con la pietra, il mal di testa non lo aveva mai lasciato e per questo era particolarmente irritato, ma aveva da fare qualcosa di importante e sembra che adesso quel dolore si stia acquietando in qualche modo, ma ha bisogno di riposo. Ha inviato una missiva ad Achesta perchè voleva parlarle di una proposta. La vede entrare dal cancello principale, ma non chiaramente a causa della poca luce, ciò nonostante i dettagli gli bastano. Aveva avvisato che sarebbe arrivata ed infatti è puntuale, un armigero le si para di fronte e parla, non ha difficoltà a sentirlo. *Sid et honor madonna, il fante mi ha chiesto di scortarvi nelle sue stanze.* Se volesse seguire l'uomo, il portone istoriato della magione verrebbe aperto e lei verrebbe introdotta alle scale e dunque al primo piano dove si trova la sua stanza. Li perde di vista, e quindi si rilassa di nuovo sulla poltrona, chiudendo gli occhi e inspirando a fondo per calmare o cercare di calmare quel dolore insistente nella zona sinistra della testa. Cerca di rimanere concentrato, cerca di rimanere calmo e isolare quel dolore che di tanto in tanto gli da delle fitte che percepisce anche fin troppo bene.

POST MANCANTE = ACHESTA SI GUARDA INTORNO E ARRIVA DI FRONTE ALLA STANZA DEL FANTE, RENDENDOSI CONTO DEL PROTOCOLLO CHE "VIGE" IN MAGIONE

DRAUGCELEB (stanza)Passi che si avvicinano, tra poco sarà lì, meglio accendere dunque un'altra candela per rischiarare l'ambiente interno. Così riapre gli occhi e prende la candela lì accanto e la avvicina ad una accesa per illuminare l'angolo in penombra. Per chi vi entra noterà che è una stanza piuttosto semplice, il letto sulla destra, due comodini ai suoi lati, due finestre che danno sul cortile e infondo, dirimpetto al letto, due poltrone rosse una di fronte all'altra. La stanza è ben illuminata adesso dalle diverse candele che vi si trovano all'interno. Finalmente arrivano, una lunga attesa per l'elfo che è abituato a una diversa misurazione del tempo. Sente le parole che l'armigero pronuncia da dietro la porta. *Signore è arrivata.* Con voce alta perchè possa essere sentito dall'altro risponde. ''Falla entrare.'' L'altro aprirebbe la porta completamente e con un gesto netto della mano l'elfo gli dirà di andare via, è per l'appunto abbastanza irritabile con quel mal di testa e l'altro nonostante gli ultimi comportamenti di tutti, non pagati da diverso tempo, va via talmente è di giaccio lo sguardo e duri i suoi lineamenti. Solo quando sarà entrata e l'altro avrà chiuso la porta si concede un sorriso. Si alzerà dalla poltrona facendo gli onori di casa e indicandole la seduta di fronte. ''Mae govannen.'' (ben trovata) E' cosciente di quello che vuol dire per una donna magari, entrare nella stanza di un uomo, quindi cerca di essere cortese e di risultare il meno invasivo possibile. Si erano rivisti prima di quanto si erano promessi, ma ne era contento. Come le aveva detto diverso tempo addietro, la sua compagnia è molto gradita. Quando avrà accettato di sedersi, le offrirà un decotto alla menta che si era fatto preparare, è ancora caldo. ''Spero gradirete.'' Ricordava che il vino era forte e che non lo aveva retto e voleva che fosse lucida e non si sentisse magari intontita. Con eleganza, verserà il decotto nella tazza e poi lo porgerà a lei e si siederà di nuovo anche lui, osservando sempre, come il cammino che ha scelto, è il più adatto per lei. I druidi avevano acquistato un ottimo elemento, ancor più perchè umano.

ACHESTA [Interno Stanza] Protocolli severi, ordini e risposte, momenti di vuoto e di quei senza parole che cadono solo nel lungo occhieggiare che Lloer donerebbe all'uomo che, così gentilmente, l'ha accompagnata nei pressi della stanza dell'elfo. Tonfo, ovattato suono di porte e di correnti leggere da spifferi non conosciuti in quella caserma, giungerebbero prima della voce profonda di lui. ''Grazie, andate pure…'' gli parla a quell'armigero in maniera educata, avendo notato lo strappo rude, quasi, del gesto di Draug, come se invece -Lei- volesse recuperare in gentilezza e pace. Non appena saranno soli e sarà esattamente dentro quella stanza, solleva lo sguardo chiaro sul fante. ''Naturalis'' dice in breve, ufficializzando quell'incontro, uno dei loro, fatti di tutto e del molto che lei non gli dice. Quando gli sussurra in lingua elfica, capta senza forzatura, grazie al tono cortese che lui usa, quella sorta di augurio e di benvenuto. ''Dovresti insegnarmelo'' dice ancora, così ligia, così morbida, così severa. Così imbarazzata da sapere celare almeno un poco quell'incertezza di trovarsi dove la sua fantasia non si sarebbe mai spinta. Si riferisce alla lingua degli elfi, tuttavia. Compie un passo, ma incede sul Tu, diniegando ancora sul fatto che lui le dia del Voi, come se fosse una signora lontana, ammantata e sconosciuta. Una che non si conosce, non si vuole cercare. ''Draug, la tua missiva mi ha fatto correre, non credo ci siano dei motivi così gravi e così seri del resto…'' gli si rivolge in questo modo, perché deve a tutti i osti rompere l'argine con lui, ogni volta, ed ogni volta spazzare via quel poco che la diga raccoglie e conserva. ''Grazie…'' sibila mentre prende la coppa tra le mani. Lo guarda, sente addosso il calore del fuoco delle candele, del tepore però distante di quella stanza e molte cose sembrano al loro posto. Lui. La lunga. Lei. La luna, fuori.

DRAUGCELEB (stanza)Solo in un secondo momento si rende conto di averle di nuovo dato del voi, quel mal di testa era davvero ingombrante di tanto in tanto, quel tanto da fargli dimenticare anche la solita cortesia in effetti, mentre lei invece, come sempre era una persona squisita, uno dei migliori umani che avesse conosciuto fin'ora su queste terre in effetti. ''Lo farò, magari potrà esserti utile.'' Ritorna ad usare il tu così come aveva fatto la volta precedente, c'erano molte cose che voleva sapere e a lui fa piacere parlare della propria cultura. E' incuriosito dal perchè si sia affrettata a recarsi da lui e per questo inarca il sopracciglio destro quasi divertito dalla cosa ma vuole rassicurarla. ''No affatto, ma ho pensato a te.'' Spiegherà meglio ciò che vuole dire, lasciando una breve pausa tra una frase e un'altra. ''Tra poco tempo dovrò recarmi a Barryngton e, volevo portarti con me per farti visitare la città, o almeno le zone che conosco.'' E' costretto a portarsi la mano sinistra alla tempia, fa ancora male, certo comincerebbe a diminuire e a lasciarlo più sereno finalmente, dopo una giornata passata rinchiuso in stanza al buio. Sono vari i motivi che lo portano sulla terra ferma, ma se acconsentisse, di certo non la porterebbe alla bettola, non lo farebbe mai. Le risponde con un sorriso sincero al suo grazie, per dirle che non c'è bisogno e che è un piacere per lui. Si massaggia la tempia nel frattempo, aspettando che lei possa rispondergli si o no e magari se accettasse sarebbe proficuo anche per lei dal momento che i druidi conoscono le erbe e le loro proprietà e la donna alla quale vuole chiedere ospitalità, si occupa proprio di questo. Sarebbe interessante che si incontrassero, ma lui deve incontrare la mezza Shariziah e per questo le aveva scritto ma i diversi impegni di entrambi non erano stati clementi.

ACHESTA [Interno Stanza] Inclina di poco il capo sulla spalla destra, gli sorride, ma… è un sorriso pieno di perplessità, si palesano le iniziali conseguenze del principio di quelle sue prime parole. ''Ah…'' schiude tra le labbra. In realtà il discorso cambia e tutto muta, ancora una volta, riprendendo a far girare il moto già rapido di quella camera. ''Barrington… certo'' mormora a fior di labbra, sollevando la coppa e portandosela alle labbra. Dando per ovvio ciò che ovvio non è più, come la sua libertà e la propria responsabilità maggiore nei confronti dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Assaggia il vino, ma è poco quello che beve a dire il vero, il tutto termina nel guardare Draug e capire, ascoltando le sue parole, guardando i suoi gesti. Si porta più di una volta la mano alle tempie, creando in Achesta più di una curiosità. ''Mi porteresti a Barrington?'' il tono della voce ha il sapore di un interrogativo ma avrebbe più il gusto del giudizio pesante e della sentenza. ''Barrington è una cittadina da cui sono stata messa in guardia, sia dal capo della mia confraternita, sia da una mia sorella del Cerchio, la mia richiesta di visitarla per conto mio, non è stata accolta nel migliore dei modi, e ho ragione di credere che qualcosa di misterioso e terribile si celi oltre il lago, in quella città.'' Si solleva dalla poltrona e poggerebbe, piegandosi appena, la coppa sul tavolino. Va alla finestra, si slaccia il mantello che si toglie del resto, facendolo ricadere tra le braccia e adagiandolo poco dopo sul letto del Cavaliere. ''Ho ragione di credere alla sincerità degli sguardi impauriti di coloro che di trasparenza ed ausilio sono fatti…'' l'incontro con la piccola Naresh ne è un esempio eclatante. Si gira, con fare quasi di chi in realtà fa cadere ella stessa il gioco delle parti… '' Tuttavia non sono solita giudicare senza 'guardare', senza 'chiedere', capire e formulare io stessa, per me stessa un giudizio Draug…'' la voce è dolce, ma definita nella chiarezza di carattere e di forti intenti. ''Come sai, non sono però libera di decidere per via del mio impegno verso i Druidi e non lascerò la Dimora dove vivo senza il permesso del capo del mio ordine, indi… dovrò chiedere e tu dovrai attendere o farti garante per me agli occhi della mia Signora…'' sono battute e richieste, anche questi sono i protocolli e aggiunge ''Tu vuoi portarmi?'' chiede guardandolo negli occhi, di certo quell'interrogativo ha un sapore che dovrebbe rimanere tra loro, e spingerebbe Draug ad avere una responsabilità quasi totale sulla Luna dei Druidi.

DRAUGCELEB (stanza)Non capisce la perplessità dell’altra, non del tutto almeno. Aveva anche immaginato l'eventualità di un rifiuto, anche lui avrebbe dovuto chiedere prima di potersi muovere, molto tempo addietro ma adesso è giusto che sia così, che possa andare e venire perchè era quello che i cavalieri dovevano fare. E' incuriosito dal suo modo di fare e soprattutto lascia che finisca il suo giusto discorso sulla terra ferma. La osserva mentre dalla poltrona si sposta sul suo letto, la segue con lo sguardo senza perderla di vista e sorridendole dolcemente quando avrà finito ma anche in modo quasi affilato. ''Si.'' Una risposta secca e decisa senza dubbio mentre di nuovo si massaggia la tempia per poi alzarsi e andarsi a porsi di fronte a lei in piedi. ''Se mai aveste detto che anzi...se mai mi avessi detto che saresti andata da sola a Barryngton, non avresti mai potuto farlo.'' La guarda negli occhi deciso e calmo come tempo addietro. Poi le si siede accanto, lasciandosi sfuggire una nota sommessa per una nuova fitta. ''Per questo, voglio accompagnarti io. Barryngton...si è molto pericolosa e non ti ci saresti mai recata senza di me.'' Ci mette una nota di calore in quelle parole perchè sono vere. ''Se la tua signora vorrà vedermi, mi vedrà e io farò da garante.'' La guarda nonostante il mal di testa, riesce a concentrarsi per il tempo che serve, anche se gli è di nuovo sfuggito il voi poco prima.

ACHESTA [Interno Stanza] Il gioco sta nel mezzo, non è delle parti, non dell'elfo e non è dell'umana, sta proprio nel mezzo di quella camera e del fatto che non sa e non vuole saperne di più di questa storia e di quella camera che la chiude adesso, come in un guscio, ma quanto durerà ancora? Quando lui parla e le si avvicina lei lo guarda un certo profilo di scetticismo negli occhi. ''Questo ci pone sullo stesso piano, sulla stessa fiducia, bisogna fidarsi l'uno dell'altro… credi che noi due saremmo capaci di guardarci le spalle a vicenda, Draug. Perché dipende non solo da quanto tu ti fidi di me, ma da quanto io mi fido di te ed io Mi Fido di te. '' le ultime verba sono talmente evidenziate, talmente marcate che fuori da queste mura, fuori dal confine territoriale e geografico di Avalon, oltre le acque e le nebbie di Avalon, lei non avrà alcun appoggio e nemmeno appiglio oltre a lui e lui non avrà che da fidarsi di una umana in una terra che molto probabilmente nessuno dei due conosce realmente per ciò che cela. ''Ti farò sapere a breve, domani forse.'' Lo spinge dentro gli occhi di lei, se lui si soffermasse a guardarla. ''Draug…'' sussurra “se scoprirò mai che tu mi hai nascosto qualcosa, o qualcosa non me la dici, io mi allontanerò da te, perché è giusto che sia così.'' E' un monito molto saggio, per creare un qualsiasi genere di rapporto ci vuole molta fiducia persino per l'attraversata oltre il lago. ''L'onore di un Cavaliere e l'antico codice, su questi e con questi io ti guardo…'' smorza un sorriso, capace della vita, ma anche della fallibilità della mente umana, di quella umana però, non di un elfo.

DRAUGCELEB (stanza)Di Achesta si fida, si è sempre fidato in qualche modo ed è conscio anche di quanto lei si fidi di lui e per questo ne è contento. Nessuno mai si fida di un elfo, specie di un areldar come lui, specie di lui e delle sue cicatrici che allontanano i più in effetti. Si augura davvero in cuor suo che Achesta possa essere felice qui ad Avalon, con la strada che ha scelto e con le persone di cui decide di fidarsi. ''Lo so. Io mi fido di te e so che mi guarderai le spalle e io farò lo stesso...sempre.'' Sottolinea l'ultima parola, non perchè può farlo per una questione temporale ma perchè vuole farlo fino a quando potrà farlo. Chiude semplicemente gli occhi quando gli dice che gli farà sapere domani la sua risposta o comunque a breve. Si lascia sfuggire una semplice risata al sussurro successivo, non di scherno sia chiaro ma solo divertito in parte. ''Hai consigli per il mal di testa?'' La provoca in parte, visto quello che gli dice, ma per lui è lo stesso, se mai dovessero tradirlo, in qualsiasi modo, non sarebbe capace di tornare indietro forse. E' arrivato il momento di lasciarla andare, quindi se lo lasciasse fare, si alzerebbe dal letto e le prenderebbe la mano. ''Posso accompagnarti o se vuoi puoi rimanere a te la scelta, in ogni caso non tornerai da sola.'' Le sorride e poi quale che sia la sua scelta in merito, quasi provocandola le bacerebbe la mano in segno di saluto e aprendole il passo, la seguirebbe per tornare poi in magione nella stanza a riposare ancora un pò. In qualche modo la sua visita aveva attutito il dolore alla testa. Non ammetterà risposte contrarie l'elfo, in alcun modo.

ACHESTA [Interno Stanza] Quanto è lunga la vita di un Elfo se quella umana sembra già interminabile di suo… è stata una delle prime domande che si è posta quando l'ha conosciuto… ma chi vuole Vivere per sempre, quando anche l'Amore è destinato a morire? Quanto è lunga l'eternità per Draug e quanta amata è la solitudine di lunghi spazi desolati e carichi di silenzi di gente che -andrà via prima di lui stesso…- Sospira. E' cosciente che gli vuole molto bene. Troppo. Non rimane stupita da quella richiesta per la cura di quel dolore. ''Impacchi di acqua calda, tisana passiflora, valeriana e miele. Riposo. Direi totale, Draug'' è un imperativo dolce ma consistente. Quando lui le sfiora il dorso della mano, Achesta rimane impietrita, come la Selene nel cielo. ''Rimango qui, Draug, ma prima dell'alba sarò fuori dalla Magione.'' Qualsiasi sia il posto che lui prenderà in quella stanza, sulla poltrona o accanto alla finestra, farà in modo ciononostante di poterla osservare dormire, mentre i suoi respiri viaggiano in un'altra dimensione del Sogno molto vicina a quelle coperte che ricopre la loro Avalon ogni notte. Domani, domani sapremo se il suo viaggio verso Barrington sarà reale. Lei stessa ne conoscerà molte che ora ignora. ''Tanto siamo nella Luce, entrambi.'' Gli avrà mormorato prima di addormentarsi… [//exit]


ALIAS.ALIAS
00giovedì 7 aprile 2016 16:11
Bravo elfo con il mal di testa!! Sei guarito senza l'Aulin [SM=g27816]

GDR APPROVATO
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