-Sogno-

"Sogno"

Le palpebre che coprivano gli occhi verde mare sbatterono per qualche secondo… tutto l’occorrente era riposto disordinatamente sul piccolo tavolino davanti a lui… gli occhi sbatterono ancora e ancora e ancora.
Era passata la crisi che lo aveva portato a vomitare anche l’anima nel vicolo vicino a casa sua… i dolori lo distruggevano, sputacchiava a destra e a manca… era in crisi e tutte le persone che lo vedevano camminare a zig zag tenendosi la pancia con una mano e la bocca con l’altra lo avevano capito… non che questo era uno spettacolo straordinario tutti gli abitanti della zona erano abituati a tossici, barboni, alcolizzati, prostitute e tutto il popolo della notte… aveva fatto rifornimento qualche minuto prima che cominciassero i dolori… per l’ennesima volta si era imposto (qualche giorno prima) di smettere di farsi… aveva detto basta… e poi ai primi bisogni fisici si era fiondato in strada in cerca di qualche pusher che lo potesse aiutare… e lo trovò in un vicolo oscurato… stava passando il tipo del piano di sotto era ubriaco marcio e non fece caso allo scambio di merce… e appena preso il carico si mise a correre… l’astinenza era durata fin troppo secondo i suoi criteri di tempo…
La casa squallida tinteggiata anni prima color pisello marcio e che ora le infiltrazioni d’acqua stava staccando grossi pezzi di tintura dai muri scoprendo al di sotto un colore indefinito tra il vomito e qualcos’altro… una misera stanza, un armadio e una branda… lo squallore regnava sovrano… era la sua reggia… non aveva utensili o mobili… per un tossico basta avere un piano per appoggiare la roba, un letto per riposare e basta… ed è questo che vede entrando in casa… la luce al neon viola illuminava metà appartamento trasformando il tutto in un delirio ipnotico… intermittenza costante nei suoi occhi…
La siringa era vicino al piccolo sacchetto di plastica contenente della polvere rossa, il cucchiaino annerito sul fondo, un fiammifero, un batuffolo di cotone e il mezzo limone il tutto era disposto ordinatamente sul basso tavolino… ogni cosa era disposta per grandezza… prese il mezzo limone e ne spruzzò qualche goccia nel cucchiaino annerito poi prese il sacchetto e con cura chirurgica l’aprì… fece cadere una bella manciata di polvere nel cucchiaino e con il fiammifero mescolò il tutto… non voleva scaldare l’intruglio preferiva iniettarsi quel pezzo di paradiso a freddo…
Non indossava camice o roba similare… una maglietta senza maniche era più che sufficiente… il freddo, il caldo e il tiepido non li sentiva più da anni… adesso c’era l’eroina… non aveva tempo per preoccuparsi dell’ultima moda…
Era arrivato finalmente il momento che stava attendendo da giorni, prese il batuffolo di cotone e lo immerse nel liquido lo fece scivolare per tutta la lunghezza del cucchiaino e prese la siringa, tolse l’ago e aspirò il tutto tramite il cotone facendo attenzione a non aspirare l’aria… rimise l’ago al suo posto e con una poderosa sberla si schiaffeggiò il braccio per far uscire la vena… la piccola bastarda si faceva attendere… ma alla fine sapeva che sarebbe apparsa… eccola!
La siringa aspirò un po’ di sangue il quale si mescolò al liquido… e alla fine s’iniettò il tutto nella vena appena apparsa… gli occhi si chiusero!

Stava volando… la fuga da un mondo schifoso… stava volando… tutto ciò che vedeva erano luci viola ad intermittenza… volava sopra Montsegur la sua città… volava e vedeva tutto dall’alto… era bello, fantastico… viveva senza problemi, senza l’astinenza, senza il rumore, la calma piatta era entrata nella sua mente… tutto era bello e luminoso… ogni cosa…

Non si accorse che il pusher aveva tagliato male la dose… si ritrovò in overdose qualche minuto dopo l’iniezione… era morto senza neanche accorgersene e pensare che una volta era un avvocato di grido!