Ach, ba, ka

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ljub@
00martedì 27 dicembre 2005 11:14

No, non sono parolacce egiziane... [SM=g27828] sono tre denominazioni che troviamo nella religione egiziana, e denotano la componente materiale e spirituale dell'uomo.

Le concezioni della vita dopo la morte si basano sull'immagine egiziana dell'uomo, in cui esistono due componenti non fisiche, difficilmente afferrabili dal modo moderno di pensare.

Da un lato il kaè il doppio, che viene formato dal dio Khnum insieme al neonato, dall'altro lato il ka è la forza vitale dell'uomo, che si può concretizzare in "genere alimentare, nutrimento.
Il ka continua a vivere nella tomba, i doni sacrificali vengono offerti al ka, "andare dal proprio ka" significa morire.
La continuazione della vita del ka, presuppone però una base fisica, perciò è necessaria la conservazione del cadavere mediante imbalsamazione, ma anche una statua del defunto può servire allo scopo.

Ba o baiviene tradotto per lo più con "anima", che sotto molti aspetti può favorire erronee associazioni.
Recentemente ba è stato definito come "plasmabilità" e di conseguenza come "incarnazione", "aspetto".
Sembra che originariamente definisse la capacità divina di apparire.
Spesso ba definisce la manifestazione di un dio.
Generalmente può essere inteso come "capacità, forza".
Il ba umano lascia il corpo dell'uomo al momento della morte in forma di uccello.
Questo funge poi da tramite tra il defunto nella tomba ed i vivi. Il ba può assumere anche altre forme.
Così dice un testo della tomba di Seti I:

Tu ti trasformerai in un ba vivente, che avrà la capacità di ottenere pane, acqua ed aria e prenderai la forma di un airone o di una rondine, di un falco o di un tarabuso, secondo il tuo desiderio.
Tu attraverserai con il traghetto e non ritornerai, viaggerai sull'acqua della piena e la tua vita ricomincerà. Il tuo ba non lascerà il tuo corpo e il tuo ba diventerà divino con i defunti trasfigurati.

Da un lato quindi il defunto esisterà come ba e può prendere diverse forme, dall'altro il ba vivrà insieme al corpo e avrà forze divine.

Attraverso i riti funebri il defunto diventa un ach, un trasfigurato e come tale conduce un'esistenza beata nell'aldilà, si potrebbe quasi dire: in paradiso.
"L'ach in cielo, la salma nella terra" è detto nei testi delle Piramidi.
In un primo momento il defunto vive nella tomba.
Là accetta i doni dei vivi; in effetti la sua ulteriore esistenza dipende da questi doni sacrificali.
Quando vengono collocati nella tomba conlui dovrebbero assicurare la sua esistenza e facilitare la sua vita. Nello stesso tempo vive come ach nelle regioni dei divini trasfigurati.

Lucifero
00martedì 27 dicembre 2005 14:42
Re:

Scritto da: ljub@ 27/12/2005 11.14

No, non sono parolacce egiziane... [SM=g27828] sono tre denominazioni che troviamo nella religione egiziana, e denotano la componente materiale e spirituale dell'uomo.

Le concezioni della vita dopo la morte si basano sull'immagine egiziana dell'uomo, in cui esistono due componenti non fisiche, difficilmente afferrabili dal modo moderno di pensare.




Bhè !! Direi che è sempre la solita triade a cui si riferisce anche la tradizione Cristiana "Il padre (corpo spirituale.il serbatoio cosmico detto Akasha
www.tempozero.net/index.php?option=com_content&task=view&id=128&I...
,il figlio(corpo fisico ) e lo spirito santo (corpo mentale )
Un pò complicato da spiegare così su due righe,ma chi ha un'infarinatura di scienze esoteriche forse potrà comprendere.

Ciao [SM=g27817]
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