Re:
Scritto da: LupoNero666 17/02/2006 18.12
Una cosa non ho mai capito. La Bibbia vieta espressamente l'idolatria, ma da quello che vedo mi sembra che tanti sedicenti Cristiani vedano nella croce un vero e proprio idolo non dissimile dal vitello d'oro... possibile che così tanti siano stati sviati dai precetti principali della religione Cristiana? Non sarà un crocifisso in una classe ad assicurare la sopravvivenza della tradizione Cristiana, semmai questo sembra sintomo di un tipo di mancanza di altro tipo, ma che forse non si vuole ammettere.
In molti hanno iniziato ad identificare una religione con i suoi simboli, snaturando quegli stessi principi che si dichiara di voler difendere.
[Modificato da LupoNero666 17/02/2006 18.13]
Identificare una religione con un simbolo è la cosa più sbagliata che si potesse fare,se vogliamo dare un vero significato alla croce,potremmo dire che fisicamente rappresenta le quattro dimensioni cui l'anima dell'uomo è soggetta,cioè altezza,profondità,lunghezza e spaziotempo,noi umani riuscimo solo percepire queste quattro dimensioni:
www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=3758
Ed allora, queste anime querule che in queste ore si azzuffano con violenti fendenti , quale popolo vogliono rappresentare? Sanno forse di rappresentare solo l’imago virtuale di un popolo sedicente cristiano? O non rappresenta anche questa una buona occasione per una rappresentazione tragicomica di questo Paese, che così impegnandosi in una singolare tenzone distoglierà il suo sguardo dai mille e mille problemi che ne affaticano il vivere quotidiano?
I soliti furboni coglieranno anche questa occasione per sistemare al meglio le proprie artiglierie, in vista degli scontri su ben altri terreni ed argomenti, che se è vero avere essi a cuore lo spirito cristiano dei loro rappresentati farebbero bene a riflettere ed a ragionare su di una diversa visione dello spirito religioso di un Paese, così come ce lo presenta lo scrittore Kahil Gibran in questa “ spiga d’oro “ da me raccolta da un suo scritto.
“ E un vecchio sacerdote disse: parlaci della religione. Ed egli rispose:
( … ) Religione non è forse ogni atto e ogni riflessione, e ciò che non è né atto, né riflessione, ma una continua meraviglia e sorpresa che scaturisce nell’anima, persino quando le mani spaccano la pietra o tendono il telaio?
Chi può mai separare la sua fede dalle azioni, o il suo credo dalle sue occupazioni?
Chi può mai distribuire le ore davanti a sé e dire : “Questa per Dio e questa per me; questa per la mia anima, e quest’altra per il mio corpo?”
Tutte le vostre ore sono ali che palpitano attraverso lo spazio da tutt’uno a tutt’uno.
( … ) E’ la vostra vita quotidiana il vostro tempio e la vostra religione.
Ogni qualvolta vi entrate portate con voi il vostro tutto. Portate l’aratro e la fucina e il mazzuolo e il liuto, le cose che avete fatto per necessità, o per diletto.
Poiché nei vostri sogni a occhi aperti non potrete andare al di là dei vostri conseguimenti, o al di sotto dei vostri fallimenti.
E con voi portate tutti gli uomini. Poiché nell’adorazione non potrete volare più in alto delle loro speranze, né avvilirvi oltre la loro disperazione.
E se volete conoscere Dio non siate dunque solutori di enigmi. Piuttosto guardatevi intorno e lo vedrete giocare coi vostri bambini.
E guardate nello spazio; lo vedrete camminare dentro la nuvola, protendere le braccia nel lampo e scendere con la pioggia.
Lo vedrete sorridere nei fiori, poi alzarsi per agitare le mani fra gli alberi”.