DAL SITO DEI PANTHERS PARMA

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LORDLUTORTITUS
00giovedì 26 novembre 2009 19:13
Le interviste impossibili
Ivano Tira

Parma, 25 novembre 2009 – Oggi intervistiamo il presidente Ivano Tira.


Buon giorno Ivano; lei è presidente dei Panthers, società che può mettere in campo attualmente due squadre giovanili di flag football, due squadre giovanili under 15 e under 18 di tackle 5 vs 5, una giovanile under 21 di tackle 9 vs 9, oltre naturalmente alla squadra senior che milita nel massimo campionato di IFL. Se fosse proibito dire "per passione", lei alla domanda "chi glielo fa fare" che potrebbe risponderci?

Tira: Se devo veramente escludere la passione e la mia atavica malattia per lo sport, direi che trattasi senza dubbio di demenza senile.


La sua parallela carica di presidente della IFL (Italian Football League) è puramente rappresentativa o la vede impegnato anche operativamente?

Tira: E' nata unicamente come rappresentativa, nel senso che ho accettato la carica in quanto, come nuovo del football italico, speravo di poter passare per super partes ed evitare la scissione che poi, purtroppo, si è verificata. Fallito quell'obiettivo, ovviamente mi sono messo in gioco anche operativamente ed ora l'impegno IFL non si discosta poi molto da quello dei Panthers
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Si fa un gran parlare nel mondo del football italiano del problema dell'esistenza di due federazioni distinte e indipendenti tra loro (FIDAF e FIF) che, secondo alcuni, creerebbero soltanto tensioni e risultati controproducenti per la crescita del football in Italia: concorda o ritiene invece che la cosa sia un accadimento contingente non decisivo?

Tira: Che sia controproducente è un dato di fatto e che ci sarebbero rimedi e/o soluzioni a questa situazione è altrettanto scontato ma, come spesso accade, credo sia più una guerra di uomini che di idee ed allora sono tutt'altro che ottimista in merito.


Quali sono secondo lei i presupposti fondamentali affinché il football italiano abbia un futuro florido e non incappi ancora nello stallo in cui cadde alla fine degli anni ottanta, dove allora, come adesso, pareva uno sport in forte crescita e concretamente alternativo agli sport nazionali storici?

Tira: A mio parere il vero grande problema del football italiano è la quasi totale mancanza di dirigenti sportivi. Causa le nostre dimensioni esigue, nella stragrande maggioranza dei casi, i dirigenti fanno anche gli allenatori e/o i giocatori e questo, oltre a limitare molto il tempo a disposizione per le questioni organizzative, innesca comunque un distorto senso di appartenenza, che impedisce di pensare al football in senso lato, ma si tende sempre a prendere posizione in funzione di quello che si adatta meglio alla propria squadra
.


Prima di parlare della prima squadra, le chiederei un breve cenno sull'attività giovanile che da qualche anno le sta dando più di una soddisfazione. E' uno sforzo che dà obiettivamente i frutti sperati sul campo: possiamo dire la stessa cosa ragionando in proiezione futura, immaginando questi giovani come ossatura delle squadre senior future, o la rapidità delle esigenze di risultato, la costringeranno ancora a scelte differenti (utilizzo di forze straniere, acquisizione di giocatori da altre società eccetera)?

Tira: Domanda complessa, andiamo per punti:

1) il settore giovanile è da anni il nostro fiore all'occhiello, il lavoro e la programmazione, uniti alle grandi capacità dei nostri coaching staff del settore junior, a mio parere i migliori in Italia, continua a dare grandi risultati, ma è palese che tutto questo viene fatto in funzione della squadra senior: per un dirigente sportivo non puo' esserci maggior soddisfazione che vedere, anno dopo anno, ragazzini con i calzoni corti farsi uomini ed approdare in prima squadra.

2) Sono e continuo a restare un fan dei giocatori ed allenatori americani che, salvo rarissime eccezioni, garantiscono un degno spettacolo in campo ed una crescita tecnica e mentale per gli italiani; questo è il motivo per cui i Panthers continuano e continueranno ad utilizzarli (i giocatori fino a che saremo in serie A, ovviamente).
Non è tanto una scelta dettata da esigenze di risultato, ma giocando in IFL e quindi contro squadre attrezzate con 3 americani, è impensabile presentarsi con una squadra tutta italiana, considerando poi che, molto probabilmente, dalla stagione 2011 ci saranno promozioni e retrocessioni.

3) Per quanto riguarda l'acquisizione di giocatori italiani da altre società, escludendo il 2007 in cui arrivarono diversi giocatori dai Warriors, ma più per un fatto politico che altro (la Società bolognese quell'anno aderì alla FIF), credo che assieme a Reggio Emilia, siamo sicuramente la franchigia con meno giocatori "fuori zona" (l'anno prossimo ce ne sarà uno solo).


I Panthers under 21 chiuderanno primi il proprio girone di regular season. Secondo lei hanno qualche possibilità contro squadroni come Warriors, Giants o le romane Marines e Barbari?

Tira: I ragazzi hanno ampiamente dimostrato di avere classe ed attributi per arrivare fino in fondo; poi, in partita unica, può sempre capitare qualche variabile che sposta l'equilibrio e che può portare alla sconfitta; comunque, dovesse succedere, non cambierebbe affatto l'alta opinione che ho di loro ed il rispetto che si sono guadagnati in questa stagione ed in tutte quelle precedenti.


Veniamo alla prima squadra. E' evidente che alcuni dei giocatori simbolo di questi ultimi anni non siano più giovanissimi: che tipo di politica adotterà per avere sempre i Panthers tra le prime quattro squadre italiane?

Tira: Molto semplice: 3 americani forti, uniti alla crescita continua dei nostri giovani talenti, che dovranno diventare, già dalla stagione 2010, i veri trascinatori della squadra.


E' un dato di fatto che lei sia riuscito nell'ultimo lustro a portare alcuni dei più forti americani mai visti calcare i campi di football italiani; pensiamo ad un vero fenomeno come il QB Souza, piuttosto che l'attuale Craddock o ricevitori come Mc Intyre e Mazza: alla luce di quanto detto, in questi giorni di fine off-season, cresce l'attesa per conoscere in anteprima i colpi "di mercato" USA; può anticiparci qualcosa?

Tira: Per ora posso confermarvi il ritorno di Craddock in cabina di regia, per quello che sarà l'ultimo campionato IFL dei Panthers con un QB americano; Joe dovrà sì ripetere le grandi prestazioni della passata stagione, ma dovrà soprattutto essere uno studio "vivente" per Tommaso Monardi, talento unico che spero abbia già quest'anno possibilità di scendere in campo.


Quest'anno pare sia ufficiale che non avremo a Parma il parallelo campionato di Arena Football con quello di IFL; avremo giocatori e allenatori provenienti dalla vecchia squadra di Arena attivi nella squadra senior?

Tira: Giocatori sicuramente parecchi, coach Papoccia ha già segnalato i nominativi destinati a far parte del roster IFL e posso anticipare che la migrazione appare piuttosto robusta. Lo stesso Papoccia sta lavorando per presentare in una prossima riunione quello che sarà il coaching staff della prima squadra, implementato ovviamente dai coaches italiani.


Un'ultima battuta poi la lasciamo ai suoi innumerevoli impegni: parlando ancora di team senior, i Panthers sono la squadra delle finali perse, con due Superbowl italiani falliti, uno in maniera clamorosa quando già pareva vinto e una Efaf Cup mancata a Berlino dopo una clamorosa galoppata a spese dei più blasonati squadroni austriaci; cosa è mancato e cosa manca ancora perché lei possa vedere coronato un sogno che Parma rincorre da venticinque anni?

Tira: Vista la domanda, ne approfitto per fare un po' di propaganda ed un filo di polemica, che non guasta mai :

se è vero che i Panthers attendono da 25 anni un trofeo senior importante, è altrettanto vero che sino al 2005 non ci sono andati neanche vicini; giocare 2 Superbowl ed una finale europea nell'ultimo triennio, più altre 2 semifinali di campionato italiano è, a mio modo di vedere, un risultato grandioso. Dico questo, perché non vorrei mai che i giocatori di questo quinquennio vengano ricordati per le finali perse, anziché per quanto di straordinario fatto con questa maglia e per questa Società.

Troppo spesso la gente si abitua bene e dimentica quanto fatto e quanti sforzi questi ragazzi fanno per cercare di mantenere la squadra ad alto livello; purtroppo mi è già capitato di sentire allo stadio borbottii e disapprovazioni in giornate meno felici e questo è un atteggiamento che non mi piace affatto.

Finito lo sfogo, di cui mi scuso, ora Le rispondo :

la sconfitta più dolorosa è ovviamente il Superbowl 2007, perso al secondo supplementare: quando perdi una partita così, a posteriori puoi trovare centinaia di motivi, mentre in realtà ce n'è uno solo : LA SFIGA (si può dire?)

(nota dell'inviato: il presidente lo può dire...)

nel 2006 arrivammo appagati dalla prima finale della vita ed i Lions erano oggettivamente più forti di noi.

La finale EFAF è per me un nervo scoperto, dopo aver vinto da underdog la semifinale contro gli austriaci, in quella che personalmente ritengo sia la miglior partita mai giocata dai Panthers, abbiamo perso malamente una finale contro una squadra forte, ma decisamente più abbordabile dei Blue Devils e, cosa peggiore, nel primo tempo abbiamo buttato al vento parecchie possibilità.



Ringraziamo Ivano Tira, presidente dei Panthers e alla prossima intervista.

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Tira: Che sia controproducente è un dato di fatto e che ci sarebbero rimedi e/o soluzioni a questa situazione è altrettanto scontato ma, come spesso accade, credo sia più una guerra di uomini che di idee ed allora sono tutt'altro che ottimista in merito


Se vi sono ottime o scontate soluzioni a questa situazione, non si puo' non essere ottimisti o volerle assolutamente.
Le due cose si annullano a vicenda se si ha del del poco ottimisti in merito.
Vorrei per curiosita' sapere quali rimedi a questa soluzione pensa il grande presidente dei Panthers Parma, che io stimo moltissimo per la sua gradita simpatia.
Anche se l ultima volta mi ha bacchettato , forse per piu' sentito dire in giro che per le mie verita'.
Chissa mamma bistecca cosa diamone gli avra' raccontato.
amicodelgiaguaro
00giovedì 26 novembre 2009 20:45
Attenzione che la demenza senile non è detto che cominci con la senilità. Può anche cominciare da giovani e proseguire fino alla senilità.



amicodelgiaguaro
00giovedì 26 novembre 2009 21:03
Ah dal 2011 ci saranno promozioni e retrocessioni e non più inviti in ifl?

Voglio proprio ridere. Se qualcuno rinuncia alla promozione perchè non ha i soldi per gli americani cosa fa fidaf? Lo puniscono o gli offrono sottobanco dei soldi come fanno per convincere quelli che non vogliono fare trasferte nelle isole?

Ma per favore...




QB VELOCE
00venerdì 27 novembre 2009 09:03
bacchettate

Anche se l ultima volta mi ha bacchettato , forse per piu' sentito dire in giro che per le mie verita'.
Chissa mamma bistecca cosa diamone gli avra' raccontato.



beh, tenendo presente che non bacchetta mai nessuno, qualcosa avrai fatto... [SM=g27824]
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