Dierna Von Donoran

)Sorte(
00venerdì 11 aprile 2008 22:19
Dierna Von Donoran
Domestica della Fortezza Ancestrale


PNG INSERVIENTE

RAZZA: UMANA

ALLINEAMENTO: LEGALE BUONO

ETA’: 75 anni

Karma: 100
Forza:400
Salute:400
Mente: 400

CLAN: NORDICO



CARATTERISTICHE FISICHE:

Alta poco più di 1 metro e 60, corpulenta. Lunghi crespi capelli Argentei vago ricordo della Chiara Chioma che le adornava il capo, glaciali occhi neri non molto grandi ma spesso illuminati da una luce insospettabilmente vispa ed un viso rugoso che porta il peso di ogni anno della sua esistenza. Labbra sottili di un rosa spento simile a quello dei petali di un fiore si pesco lasciato essiccare, piccole increspature ne solcano gli angoli e i contorni dandole un’aria perennemente imbronciata che par sciogliersi quando ella sorride mettendo in mostra le gote rubizze. Non più dinamica nella sua attività alla torre ella ha tuttavia pregato di poter continuare nei suoi compiti nonostante i continui dolori del dorso che le impediscono di compiere scatti.

CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE:

Quella che era una dolcezza ed una sensibilità di fanciulla nel tempo è mutata divenendo bonaria apprensione materna. Austera come una matrona, implacabile e cocciuta fino all’esasperazione sa dimostrarsi anche insospettabilmente gentile, sempre generosa (soprattutto quando si tratta di dispensare alimenti ai sottonutriti padroni di casa) e premurosa. L’amore per quella che considera ormai come la sua dimora e per quella sorta di altalenante famiglia formata dai membri della congrega degli ancestrali l’hanno resa oltre che estremamente fedele alla congrega tutta anche estremamente pignola, possessiva, protettiva e conseguentemente brontolona. Discreta per quanto riguarda tutto ciò che accade nella torre e ligia ai propri compiti si dimostra talvolta eccessivamente avara (come ben sa la gente del mercato, per via dei prezzi talvolta eccessivi dei mercanti) e diffidente nei confronti di estranei e stranieri.

BACKGROUND:

Ritorno a Barrington:

Sospira. Inonda il proprio petto d’eolo quella giovine ragazza dai lunghi capelli castani che le sfiorano l’esile vita. Ancora sospira. Ma per quale motivazione sospira entro quella diligenza che la stava riconducendo alle sue natie terre. Quelle terre dal quale era stata fatta allontanare quand’aveva appena dieci primavere, dietro decisione dei suoi genitori di spedirla dai parenti germanici per farla studiare, poiché la zia era una gentildonna assai abile nel ricamo, nell’uso di strumenti musicali e nel tessere splendide tele. “Come ogni brava donna in età da marito.” diceva… Oppure “Impara a filare bene per compiacere il tuo futuro marito”. Noia. Noia. Noia. Non che dispiacesse a Dierna d’apprendere, anzi. Tuttavia non era la sua strada apprendere nozioni ed arti solo per compiacere un uomo. Lei voleva far altro, bramava di servire un bene superiore e non un solo essere, magari che col tempo divenga inetto ed ozioso. La Torre. La Fortezza dei Maghi. Quante volte l’aveva sognata in quel lungo periodo? Quante volte ha desiderato ardentemente di servire i supremi ed i maghi tutti? E quante volte, Dierna, hai sognato di divenire Ancestrale anche tu? Dare la tua vita per l’equilibrio e per fare del bene al tuo prossimo? Eppure non ti ritenevi degna di tal immenso dono e potere.

Non bella secondo i canoni locali, Dierna aveva lunghi capelli, sottilissimi e d’un tono particolare, un biondo cenere chiarissimo. E gli occhi erano neri, come una notte senza luna, che seppur sempre accesi d’una calda luce, molti la osservavano recalcitranti, forse anche perché sul proprio viso gravavano molto le nordiche fattezze.

Osservava la giovane. Osservava trepidante quella cittadina al quale man mano si sta accostando… Barrington! Voleva scendere da quella carrozza e correre sin ai cancelli e poco mancò che attuasse davvero tal pensiero. Già da lì si poteva scrutare con ammirazione quella smisurata dimora dei sapienti che, da quel che la madre le ha raccontato da piccola, era la seconda struttura più antica di quella cittadina. La madre Aljeas, insieme al padre Dunhir, erano servitori dell’arcana torre, così come i loro genitori lo erano a loro volta; Eppure l’hanno allontanata da quelle terre, non volevano che fosse costretta a seguire quell’antica tradizione ch’è gravava su di loro, ma Dierna non aspettava altro, voleva entrare nuovamente in contatto con l’aere gremito di conoscenza di quel loco che tante volte ha dominato i suoi sogni.

Giunse infine innanzi a quella fortezza, all’apparenza Dierna sembrava una ragazzina e non una donna matura di 25 anni, ed ancora più piccola si sentì innanzi a quel massiccio portone sul quale era inciso un pentacolo al cui centro v’era un occhio fiammeggiante… I maghi Ancestrali. Rabbrividì, ma non tanto per il timore quanto l’eccitazione d’esser nuovamente lì dopo lunghi anni. Il padre l’attendeva oltre la soglia, un padre che tuttavia non sorrideva vedendo arrivare la giovane figlia che non abbracciava da oltre dieci anni, un padre pallido, invecchiato, sul quale volto sovrastava un’espressione avvilita, addolorata °° Dierna… Tua madre vuole parlarti…è... vieni...°° mormorò alzando un braccio ossuto per indicarle la via.

Il Giuramento:

Dierna corse rapidamente nella stanza della madre. Cos’era successo? E mentre nel suo cuore già covava la frustrazione che qualcosa di grave stava avvenendo, dei colpi di tosse ed il pianto d’un bambino giunsero al suo udito or che s’apprestò a schiudere quella porta socchiusa.

La madre giaceva su quel letto in posizione semi-seduta. In fin di vita, dopo aver dato alla luce un bambino. Aveva una emorragia che non s’arrestava, nonostante vi fosse un druido. Le doglie erano iniziate prima del previsto e le complicazioni non avevano tardato a sopraggiungere. Un druido era giunto in fretta dal Sanitarium e un messo era stato mandato all’isola perchè cercasse una sacerdotessa, la donna era grave e non si poteva spostare. Era accaduto tutto troppo in fretta ed ora Dierna non poteva che stare accanto all’anziano uomo curvo su di lei e pregare, pregare che il paggio inviato tornasse in fretta.

Prese le mano esangue della madre e un singhiozzo spezzò le parole che volevano fluire dalle sue labbra, calde come le lacrime che le colavano abbondanti sulle guance. Suoni sconnessi scivolarono a riempire l’aria mischiandosi al pianto fino a che dita leggere sfiorarono il suo capo, carezzarono la folta chioma. La madre le sorrise un’ultima volta poi gli occhi si chiusero ed il capo si reclinò sul petto come se dormisse.

Furono giorni duri, giorni di silenzio e di tormento che seguirono quel momento di strazione, fedele alla propria natura, dopo quel primo sfogo Dierna si chiuse in sè stessa, nel proprio dolore, soffocandolo dentrò di sè grazie anche al peso delle faccende che d’improvviso le erano scivolate addosso. Era madre senza essere sposa e nuove responsabilità ben presto la legarono a quella torre.

Era una splendida sera di primavera quella che la vide giungere dinanzi al Supremo, erano passate solamente un paio di settimane dalla morte della propria genitrice ma il varcare nuovamente quella soglia, tornare in quella dimora non parve ferirla quanto avrebbe immaginato. Era tesa ma pronta a compiere quell’atto che l’avrebbe indissolubilmente legata a quell’ambiente: il Giuramento. Donna del nord, fredda ed altera la giovane non mostrò la minima titubanza nell’inchinarsi dinanzi al massimo detentore di un sapere arcano di cui lei ben poco conosceva. La voce risultò ferma e sicura nel pronunciare l’antico giuramento di fedeltà e riservatezza per coloro che abitavano quella dimora e quanto da essi era detto e compiuto.

La vita alla fortezza:

Tornò alla casa del padre Dierna, tornò al destino da cui i genitori l’avevan voluta allontanare, votata anima e corpo alla conservazione e alla pulizia di quella magione parve saper ritrovare la serenità di spirito necessaria ad affrontare ogni gesto quotidiano con la massima lena, a fare di ogni compito un incarico di fiducia e di ogni congregante uno scostante fratello, lontano cugino. Osservava discreta, restando in disparte e a suo modo fantasticava, dinanzi alle braci del fuoco delle cucine, ricostruendo il carattere delle diverse persone, immaginandone i bisogni talvolta forse intuendoli realmente.

Fu davanti a quel fuoco che per la prima volta notò gli occhi scuri di Ludvick, l’altro servitore della torre, colse il suo sorriso ed arrossì ripensando alle sue piccole attenzioni quotidiane, così spesso trascurate per lo zelo che la vedeva sempre presa in altre faccende. Lei gli sorrise, lui abbassò gli occhi e le sfiorò la mano poi si volse di scatto e borbottando qualcosa fuggì oltre la soglia.

Non ci volle molto perchè quel gioco di sguardi e sorrisi si rivelasse come un saldo sentimento amoroso, un affetto profondo forse non troppo passionale ma decisamente intenso, romantico. Non era un principe Ludvick nè per vesti nè per verbo ma Dierna si sentì una regina quando vestita dell’abito della festa, candida come una rosa di maggio, avanzò al fiancò del giovane lungo la navata centrale del Tempio: Gli occhi benevoli del Supremo su di loro in una benedizione priva di parole. Bastarono quelle delle Sacerdotesse e i loro cuori palpitanti a suggellare quell’unione benvista da tutti.

Trascorsero i giorni e poi i mesi e Dierna vergine madre già dal primo giorno alla fortezza vide finalmente venire al mondo il frutto del proprio ventre e dell’amore per il suo uomo. Troppo grande la famiglia, troppo lavoro o forse solo troppo timore di risultare incapace o indegna la spinsero a coltivare gli studi più come una passione marginale, un piccolo vizio per i pochi momenti liberi che poteva prendersi.

La maggior fonte del suo sapere furono gli stralci di discorsi rapiti mentre puliva, nozioni frammentarie estrapolate da lezioni tenute ai novizi attraverso i quali ella potè veder schiusi non solo frammenti minuti di quell’arcano sapere ma anche sentieri per vie ulteriori molto disparate tra le quali volle approfondire lo studio delle piante e delle erbe officinali il cui studio parve alla donna come il più immediatamente utile e facilmente fruibile.

SKILL DIPLOMAZIA LIVELLO 1

Diplomazia

il possessore di questa skill è dotato di un ottimo carisma e riesce tramite il linguaggio a calmare gli animi o ad ottenere delle concessioni che in mancanza di tale skill risulterebbe più complicato avere (ad esempio incontrare un’autorità).

LIVELLO1 a questo livello il possessore della skill è al principio nell’apprendimento dell’abilità del linguaggio, riesce ad avere una presa superficiale sull’attenzione degli astanti ed è in grado di far desistere una persona dal compiere un atto rischioso o nocivo. (quello poi dipende dal punto di vista di chi usa la skill)

SKILL CLAN:

- Sangue freddo liv.1

LIVELLO 1 -> Tale abilità riflette il carattere gelido dei nordici,quasi esternando tanta impassibilità…ha lo scopo di mantenere il nordico in perfetta condizione psicofisica anche sotto forti stress o pressioni,anche se da solo. A tale livello,la skill consente al nordico una certa “fermezza” di intenti,tale che intimidazioni o altro avranno un effetto limitato,ma soprattutto,non sarà dato all’interlocutore di leggere in viso l’effetto del proprio agire,il nordico rimarrà una maschera di ghiaccio,impassibile a tutto. . (nel caso di skil comparata empatia livello 1,2,3 non ha effetto)


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