Finardi:"Emergenti?Generazione di falliti"

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pane e castagne
00venerdì 24 novembre 2006 11:16
riporto l'intervista integrale a finardi raccolta da un'articolo di Enrico Deregibus da kataweb.it:


Ci sono contatti fra un nome storico come Finardi e i musicisti giovani?
I contatti li ho attraverso i ragazzi con i quali suono. Devo dire che sono stato uno dei grandi scopritori di musicisti. Molti dei più noti session-men hanno iniziato con me: Lucio Fabbri, Walter Calloni, Stefano Cerri e molti altri. E tutt'oggi continuo a scoprire talenti, come Massimo Mastellotta che suona la chitarra con me e ha 26 anni.

E fra i gruppi e i cantautori?
Quelli li seguo veramente poco, anche perché li trovo quasi tutti omologati. Manca l'originalità. Ci sono i figli di De Gregori, quelli di Capossela... tantissimi figli di Capossela. E poi i figli del pop sanremese che temo sia quello che rimarrà della musica italiana.

Questa mancanza di originalità da cosa dipende?

Se uno vuol diventare famoso deve entrare nei processi industriali e quindi si deve omologare in una maniera pazzesca, accettare tutto, cantare cose tipo "Se io sapessiiii/ che non mi amiiiii" (canta a squarciagola, ndi). E se uno vuol fare il percorso alternativo, tipo Afterhours o Marlene Kuntz, ci deve veramente dare dentro tanto, più che altro lavorare anni, anni e anni in un circuito che magari non dà soddisfazioni. Ma in generale trovo che sia un momento implosivo, non mi sembra che abbiamo nulla da proporre.

E' più difficile venir fuori ora o trenta-trentacinque anni fa?
Ora, sicuramente. Magari ora emergi per 15 minuti ma poi riaffondi. A meno che non vai a Music Farm e a cose simili. Ormai devi essere un pirla per emergere, un uomo per tutti i valori. Questi personaggi che escono magari hanno pure la voce ma poi devono anche ballucchiare, fare i cretini in tv, avere la fidanzata che piange, queste cose qua.

Domanda inevitabile: un consiglio a chi inizia.
Fare il commercialista o l'avvocato, studiare e suonare a casa sua per gli amici. E dopo non si sa mai. Come ha fatto Paolo Conte. I migliori cantautori che conosco sono miei amici che fanno altre cose nella vita. I peggiori, me compreso, sono quelli che lo fanno di mestiere. Scrivilo questo!

L'età dei giovani è sempre più avanzata. Voi avete iniziato a vent'anni, oggi i giovani hanno 35 anni. Da cosa dipende?
Dal fatto che sono testardi. Se uno non è riuscito a sfondare entro una certa età deve lasciare perdere. A me arrivano CD di cinquantacinquenni che mi scrivono: "Adesso che ho fatto una vita da avvocato voglio coronare il mio sogno e diventare cantautore". E mi mandano delle cose ridicole, tanto che spesso non rispondo. Ma se dovessi rispondere direi: continua a fare l'avvocato, goditi tua moglie e comprati una Porsche. Scrivi anche questo! E come se io andassi da lui e gli dicessi, ho fatto tutta la vita il cantautore ma adesso voglio fare l'avvocato.

Ma non dipende dal fatto che oggi la creatività è soffocata?
No invece. La creatività viene sopravvalutata in modo spaventoso! Se vai nei casali in Toscana dove c'è quel che è rimasto dell'aristocrazia italiana a chiedere ai Frescobaldi cosa fanno i loro figli ti dicono: uno fa il designer, uno fa il poeta e così via! E' il massimo del lusso. E anche se vai in Florida, in America, la capitale dell'Impero, dove sono tutti in questo senso imperatori, e chiedi dei loro figli, anche lì son tutti compositori, musicisti, non ce n'è uno che faccia il ferramenta. Fan tutti gli artisti. Ora, siccome io sono un artista e ci campo e vengo da una famiglia di artisti, rivendico il diritto corporativo che possa fare questo mestiere solo chi è in grado di farlo, chi ce l'ha nel sangue. E gli altri vadano via. Lo schifo medio delle canzoni che mi arrivano è una cosa insopportabile. Già son brutte le cose che sfondano, figurati quelle che non sfondano.

Però l'esempio degli aristocratici mi sembra marginale...
E no. Ora succede anche con la borghesia. Il bisnonno lavorava quindici ore al giorno nei campi, suo figlio nel dopoguerra è diventato geometra e ha costruito quelle orrende casette che ammorbano di cemento tutta l'Italia. E ha fatto laureare suo figlio in Ingegneria. Questo ha fatto l'ingegnere tutta la vita, ha fatto i soldi e non vuole che suo figlio vada a fare il contadino o il geometra e allora gli fa fare l'artista, il suo sogno dei sedici anni. E così stiamo producendo una generazione di falliti.
NostraSignora (Ex C.B.)
00venerdì 24 novembre 2006 14:43
un po' estremo ma ha abbastanza ragione...
(SiG)
00venerdì 24 novembre 2006 16:58
Re:

Scritto da: NostraSignora (Ex C.B.) 24/11/2006 14.43
un po' estremo ma ha abbastanza ragione...



Molto estremo e sempliciotto. Quindi pessimo.
PiE81
00venerdì 24 novembre 2006 18:49
Mi trovo daccordo con lui solo sull'ultimo punto. E' una cosa che ho sempre pensato, sono generazioni che si alternano; ma insomma, ha scoperto l'acqua calda, l'ho dedotto io dal basso dei miei 25 anni su una base di semplici esperienze quotidiane.

Per il resto dà delle risposte pessime.
Sciarpa Nera
00sabato 25 novembre 2006 11:15
Incazzato perchè non vende più come una volta
(o non vende più).
Il violinista
00sabato 25 novembre 2006 14:48
...Ho 17 anni e scrivo canzoni...credo anche abbastanza originali...leggere questo mi ha scoraggiato.... [SM=g27795]

_ Luca
plato2005
00sabato 25 novembre 2006 21:20

CONCORDO SU MOLTO E SOPRATTUTTO SU QUESTA FRASE:
" Ora, siccome io sono un artista e ci campo e vengo da una famiglia di artisti, rivendico il diritto corporativo che possa fare questo mestiere solo chi è in grado di farlo, chi ce l'ha nel sangue."

Pero' deve essere coerente e tronare a scrivere delle belle canzoni..........
NostraSignora (Ex C.B.)
00sabato 25 novembre 2006 23:20
Re:

Scritto da: Il violinista 25/11/2006 14.48
...Ho 17 anni e scrivo canzoni...credo anche abbastanza originali...leggere questo mi ha scoraggiato.... [SM=g27795]

_ Luca



un consiglio : mai elogiare (o semielogiare, come hai fatto tu) pubblicamente una tua creazione ma sii sempre modesto!
Lascia che questo lo pensi dentro te ma cerca di apparire sempre modesto!
Giugno78
00domenica 26 novembre 2006 10:49
Re: Re:

Scritto da: NostraSignora (Ex C.B.) 25/11/2006 23.20


un consiglio : mai elogiare (o semielogiare, come hai fatto tu) pubblicamente una tua creazione ma sii sempre modesto!
Lascia che questo lo pensi dentro te ma cerca di apparire sempre modesto!


mah...la falsa modestia è peggio della presunzione, se pensi che hai fatto un buon lavoro, che si eleva dalla media, non vedo perchè devi far credere agli altri che non pensi ciò...

Il violinista
00domenica 26 novembre 2006 10:56
é vero,scusate,ho sbagliato a scrivere quella cosa [SM=g27805])

ma era solo per dire che sento tante canzoni di giovani che secondo me non meriterebbero di stare dove stanno...con questo non voglio dire che lo merito io,eh!

_ Luca

P.S-Comunque ho detto che le mie cose sono abbastanza originali, che non vuol dire belle...

p.p.s-grazie dei consigli
Giugno78
00domenica 26 novembre 2006 11:40
Re: per nostra signora

Scritto da: Il violinista 26/11/2006 10.56
é vero,scusate,ho sbagliato a scrivere quella cosa [SM=g27805])

...con questo non voglio dire che lo merito io,eh!

_ Luca



vedi, la falsa modestia...il violino pensa che le sue canzoni siano più belle ma non lo dice...
(SiG)
00domenica 26 novembre 2006 12:15
Re:

Scritto da: plato2005 25/11/2006 21.20

CONCORDO SU MOLTO E SOPRATTUTTO SU QUESTA FRASE:
" Ora, siccome io sono un artista e ci campo e vengo da una famiglia di artisti, rivendico il diritto corporativo che possa fare questo mestiere solo chi è in grado di farlo, chi ce l'ha nel sangue."



Io invece la trovo la frase più idiota tra le tante pronunciate da Finardi: lascia quasi intendere che "artisti si nasce", concetto che più stupido di così non si può. Dove sta la linea di confine tra lo status dell'artista e lo status del non-artista? Poi Finardi parla addirittura di "diritto corporativo"? Ma che cosa sta dicendo quel pazzo?


Buona domenica,
Simone.
PiE81
00domenica 26 novembre 2006 13:18
Re: Re:

Scritto da: (SiG) 26/11/2006 12.15


Io invece la trovo la frase più idiota tra le tante pronunciate da Finardi: lascia quasi intendere che "artisti si nasce", concetto che più stupido di così non si può. Dove sta la linea di confine tra lo status dell'artista e lo status del non-artista? Poi Finardi parla addirittura di "diritto corporativo"? Ma che cosa sta dicendo quel pazzo?


Buona domenica,
Simone.



Quoto.
Non esistono linee di confine.
Inoltre non credo che mancano esempi contrari a questa sua tesi.
Silvy.1
00domenica 26 novembre 2006 16:49

non credo assolutamente che ci sarà una generazione di falliti!!!

ciao :smile4[SM=g27789]
______________________
..cuanta pasiòn en la vida
cuanta pasiòn
es una historia infinita
cuanta pasiòn
una illusiòn temeraria
un indiscreto final
ay, que vision pasionaria
trascendental!
p.conte
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