L’impossibile restaurazione

L’archetipo adamitico, l’Adam Kadmon della tradizione ermetico-ebraica e della teosofia di Böhme (anche se la sua partecipazione allo schema androginico è più discreta e più problematica), si espone ad una catastrofe necessariamente più funesta. Adamo è concepito letteralmente ad immagine dello stesso Dio che, come suo creatore, possiede in sé due modi di essere amalgamati, due potenze associate che gli conferiscono un tipo di perfezione angelica. Ma sedotto dallo spettacolo dell’animalità, eccolo approdato a questo abbassamento ontologico, separato dalla sua femminilità, staccato da questa Eva che diverrà, letteralmente, il suo simbolo sfortunato e capovolto. Conosciamo le conseguenze capitali di questa «Caduta» nel pensiero giudaico-cristiano e nelle tradizioni ermetiche che gli fanno eco. Perdendo la sua androginia primordiale, Adamo scopre la vergogna del corpo sessuato, la miseria del tempo corruttore, l’esilio tellurico. Ma a ben considerare le «ragioni» invocate per spiegare il suo errore, ci si sorprende a pensare, qui, che la teologia razionalizzi delle tendenze archetipali più oscure. Paradigma del genere umano, Adamo non è forse votato a «generare» tragicamente i due «sessi» che contiene e da cui è contenuto a sua volta, non è forse destinato così all’ amputazione di sé stesso e all’oscura inquietudine del desiderio?

In un testo di singolare acume, il romanziere André Gide ha evocato il momento cruciale in cui si compie la fatidica separazione: «E l’Uomo spaventato, androgino che si sdoppia, ha pianto di angoscia e di orrore, sentendo, con un sesso nuovo, sorgere in sé l’inquietante desiderio per questa metà quasi uguale, questa donna sorta di colpo, là, che lo abbraccia, di cui vorrebbe reimpossessarsi, questa donna che nel cieco sforzo di ricreare attraverso di sé l’essere perfetto e di fermare li questa genia, farà agitare nel suo seno l’ignoto di una razza nuova, e presto spingerà nel tempo un altro essere, ancora incompleto e che non sarà sufficiente a se stesso».

Ciao

di T.S. Eliot - tratto da "Waste land"

Who is the third who walks always beside you?
When I count, there are only you and I together
But when I look ahead up the white road
There is always another one walking beside you
Gliding wrapt in a brown mantle, hooded
I do not know whether a man or a woman
—But who is that on the other side of you?

Ognuno di noi alberga un qualcosa di "sesso" opposto : anima o animus, che ci rende infelici finchè non riusciamo a raggiungerlo/a e a farlo nostro.

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Scritto da: pinkpanther 27/03/2006 15.21
di T.S. Eliot - tratto da "Waste land"

Who is the third who walks always beside you?
When I count, there are only you and I together
But when I look ahead up the white road
There is always another one walking beside you
Gliding wrapt in a brown mantle, hooded
I do not know whether a man or a woman
—But who is that on the other side of you?

Ognuno di noi alberga un qualcosa di "sesso" opposto : anima o animus, che ci rende infelici finchè non riusciamo a raggiungerlo/a e a farlo nostro.

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Bhè !!Direi che è una cosa non facile da realizzare !La via umida dell'Alchimia è incredibilmente ripida e piena di insidie e pericoli(parlo per esperienza personale )ed è molto facile cadere nell'errore quando si è soli durante la sua realizzazione

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Scritto da: Lucifero 27/03/2006 17.04
La via umida dell'Alchimia è incredibilmente ripida e piena di insidie e pericoli(parlo per esperienza personale )ed è molto facile cadere nell'errore quando si è soli durante la sua realizzazione.

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E' proprio questo il tema centrale di "Waste Land": la ricerca della giusta proporzione tra "umido" e "secco".
Leggi tutto il poema.