Re: Re: Re: Re: Re:
°gesucristo°, 21/07/2012 16.53:
Mio fratello ha 36 anni, laureato in scienze politiche e attivo da anni con una onlus in Africa lavora part time . Mia cognata, laureata in psicologia prende 8€ (lo ripeto perché forse non se ne ha idea, OTTO EURO) l'ora con una cooperativa che spero tanto in questi tempi difficili abbia un futuro. Il loro idraulico guadagna in un mese (a nero) quello che guadagnano loro in un anno, ma di che cosa stiamo parlando esattamente? Che paese di merda è un paese che privilegia chi NON HA STUDIATO a discapito di gente che invece è costretta a racimolare un tozzo di pane (AVENDO PERSO TEMPO A STUDIARE)?
E questo sistema lo abbiamo voluto noi, volenti, nolenti, menefreghisti, o altro, ma non possiamo far finta che non sia ANCHE colpa nostra...
Allora, il discorso si fa sempre più interessante, mi piace molto e voglio aggiungere un paio di costine sulla griglia...
Prima di tutto, sgombero il campo dai possibili equivoci: non sono affatto ricco. Sto bene, non ho problemi, ma da qui all'essere ricco ce ne passa. Ho 53 anni e ho un lavoro sicuro (e, IMHO, fin troppo pagato in riferimento all'impegno orario...). Però, al di là della facile e divertente iconografia dell'uomo che si mantenere dalla moglie, iconografia che ho contribuito ad alimentare con grande piacere, non ho sempre solo fatto l'insegnante. A 15 anni salivo su un camion, tre, quattro volte al mese ed andavo a scaricare e montare mobili in Svizzera (e spesso, per mettere in tasca qualche soldino in più, accettavo l'offerta del camionista/responsabile del montaggio di dormire in cabina...) (probabilmente lui ci guadagnava parecchio facendo la cresta su un ipotetico contro dell'albergo, ma a me interessava quello che prendevo io...). A 16 giocavo a calcio e prendevo un bel po' di soldi (ho continuato a buoni livelli fino a 22-23 anni, e prendevo più soldi a giocare a calcio che a lavorare. Nel frattempo, oltre a studiare, lavoravo in una radio, organizzavo feste e andavo in giro nei negozi ad attaccare locandine (poi portavo le rubriche del telefono - sono pesanti, sai? - e facevo l'operatore del censimento...). Dopo la laurea, oltre al lavoro a scuola (questo grazie al fatto che l'insegnamento è un part time pagato a tempo pieno...) (mia moglie non può fare un secondo lavoro, non ne ha il tempo...) avevo tre scuole materne dove facevo psicomotricità, avevo quattro corsi serali di ginnastica presciistica e allenavo due squadre di calcio (prima squadra e allievi...). Infine, per quattro estati, da metà giugno a metà settembre, al posto di andare in vacanza ho fatto il capo villaggio nei villaggi turistici (e credimi, è un lavoraccio...). Ho guadagnato bene, ho speso tanto per divertirmi ma ho anche raggiunto prestissimo l'indipendenza economica (i miei non mi hanno dato più un soldo da quando ho 16 anni, anzi, davo io soldi a loro fino a quando sono vissuto con loro...) e comprato la casa dove vivo. Ora, alla veneranda età raggiunta, voglio solo godermi la vita, stare bene di salute, giocare a golf e andare in vacanza più che posso (tanto lavora mia moglie...) (
).
Detto questo, massimo rispetto per tuo fratello e tua cognata: spero che continuino a lavorare, a guadagnare e ad avere il presente ed il futuro migliore che possono. Dove non ti seguo è nell'accenno all'idraulico. Perchè mai sarebbe un paese di merda quello dove chi non ha un titolo di studio non può guadagnare come, o più di, chi ce l'ha? Una società civile non ha bisogno solo di ingegneri: per costruire una casa ci vogliono anche gli architetti, i geometri, i muratori, gli elettricisti e quant'altro. Il lavoro manuale ha la medesima dignità di quello intellettuale. Mio fratello, anni 46, dopo la scuola media ha deciso di non fare il liceo come me ed ha fatto una scuola tecnica, da cui è uscito con il suo diplomino di elettricista. Assunto come garzone in una grossa ditta di Cantù ha fatto un anno a mangiare merda (lo ripeto perchè forse non ne hai idea, MANGIARE MERDA...) pagato 100.000 lire al mese per 10 ore al giorno di lavoro, sabato compreso. Quando mio padre, amico del titolare, era andato a chiedere lumi per la striminzita busta paga, il tipo gli aveva risposto che era mio fratello che avrebbe dovuto pagare loro, altro che balle: gli stavano insegnando un lavoro e comunque, se non gli andava bene, quella era la porta: fuori c'erano decine di ragazzi che non vedevano l'ora di avere quel posto di lavoro. Beh, mio fratello ha tenuto duro (e ti assicuro che io, che a quei tempi frequentavo l'università, non avrei mai e poi mai fatto cambio con lui...), dopo un anno di apprendistato è stato assunto con uno stipendio decente, poi è diventato capo cantiere e poi, stabilito che aveva imparato a sufficienza, ha deciso di rischiare e mettersi in proprio (perchè è un rischio, sai? Mica è detto che le cose funzionino...). E' diventato ricco. E per me se lo merita. Ha dato lavoro a una ventina di persone, il che per me è un notevole titolo di merito (l'imprenditore è uno che crea lavoro, è bene non dimenticarlo...) (poi, certo, guadagna più dei suoi dipendenti: mi pare ovvio, se non fosse così poteva continuare ad esserlo lui, un dipendente...), e anche quando le cose andavano meno bene non ha mai licenziato nessuno. Io sono laureato, so più cose di lui (ma attenzione, non è detto che io sia più intelligente: c'è una bella diversità tra l'intelligenza e la cultura, a volte coincidono a volte no...) e ho molto più tempo libero per godermi i soldi che ho (sono infinitamente meno, ma lui lavora come un mulo...).
Ora, se ne hai tempo e voglia, spiegami in tutto questo dov'è la colpa di mia fratello, o dov'è la mia...