Mangia vichingo e ti allunghi la vita

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martee1964
00martedì 21 dicembre 2010 10:37
Pesci grassi, erbe e bacche: l’Europa scopre le proprietà benefiche del cibo scandinavo
Da due anni, dopo il successo di Stieg Larsson, leggiamo solo scandinavo? Prepariamoci anche a mangiare come i vichinghi, perché fa bene e aiuta a combattere il freddo, fattore interessante visto l’inverno gelido che stiamo attraversando. E allora via con pesci grassi (salmone e aringhe, soprattutto), con rape, barbabietole, aneto ed erba cipollina. Via soprattutto con ingredienti altrettanto sani anche se un po’ più ostici al nostro palato, come la finora misteriosa Cetraria islandica, che poi è una specie di lichene, e il cranberry o mirtillo palustre. La dieta nordica è stata rilanciata in tutta Europa da un libro di gran successo in Francia, «Régime nordique» di Anne Dufour e Carole Garnier: e già c’è chi prevede, per le ricette scandinave, lo stesso exploit della dieta mediterranea. Trent’anni fa una parte del mondo si convertì all’olio d’oliva. Oggi, se è difficile pensare che passeremo in massa all’olio di colza prediletto dai cuochi del Nord, pare ragionevole pensare che ci abitueremo a mangiare un po’ di più come si fa nei self service dell’Ikea.

Le ragioni per provarci ci sono tutte. Il record dell’aspettativa di vita è dell’Islanda: 79,4 anni per gli uomini e 82,9 per le donne (polverizzato perfino il primato del Giappone, con le sue alghe, il suo pesce e il suo riso). Una ricerca effettuata dal Centro Antidiabete dell’Università di Lund attesta poi che un regime basato su alimenti tipici della tradizione svedese, ricchi di antiossidanti, prodotti integrali ricchi in fibre, con un basso indice glicemico e probiotici, testato per quattro settimane su 44 soggetti sani ma in sovrappeso, ha ridotto molte spie di un’alimentazione scorretta: la pressione sanguigna si è abbassata dell’8%, il colesterolo Ldl del 33%, i lipidi nel sangue del 14%. Aspettando i risultati di uno studio monstre antiobesità varato dall’Università di Copenhagen su 1600 bambini e sulle loro famiglie, con l’intervento di uno chef a due stelle Michelin, per verificare l’efficacia della neodieta nordica. È presto per gridare al miracolo. Non per introdurre, magari nel menu delle feste, qualche piatto da circolo polare artico.

Ripassiamone le virtù. Il salmone è pieno di omega 3, il merluzzo è una fonte inesauribile di proteine magre, l’olio di pesce pullula di vitamina D. I mirtilli sono ricchi di antiossidanti, il pane integrale di fibre, l’avena aiuta a tenere la glicemia sotto controllo. Pensate a quelle belle prime colazioni norvegesi (o scozzesi) con l’aringa affumicata, le patate lesse (c’è la vitamina C, e i carboidrati danno energia!) e, per i più piccoli, un cucchiaino di olio di fegato di merluzzo. Pensate anche a certi piatti settentrionali a base di crauti e alle virtù antitumorali delle crucifere, ma non fate l’errore di giudicare la cucina scandinava come rozza e poco acculturata: a Copenhagen c’è il Noma, il ristorante che nel 2010 ha vinto il titolo di «migliore tavola al mondo», punta di diamante di una gastronomia creativa, che non rinnega le proprie origini ma anzi le fa fiorire con gusto e intelligenza.

E dopo il merluzzo? Ci vorrebbe un po’ di sci di fondo: perché il regime vichingo è fatto anche di robusto esercizio fisico e di vita all’aria aperta. Ma le vacanze di fine d’anno sono imminenti e forse ci sarà l’occasione di una piccola, privata Vassaloppet.
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