Missione spaziale USA in diretta televisiva: visione extraterrestre?

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H'ERMES
00venerdì 30 settembre 2005 21:32
Missione spaziale USA in diretta televisiva:
visione extraterrestre?

Quale sia la missione spaziale di riferimento al racconto non la ricordo,
però per coloro che giustamente credono all’esistenza degli UFO,
sicuramente saranno in grado velocemente di individuarla,
perché erroneamente la annoverano e nominano orgogliosamente negli interminabili dibattiti,
come una testimonianza importantissima dell’esistenza di extraterrestri,
mentre la verità è molto ben diversa anche se profondamente riflessiva.
Finalmente possessore di un moderno computer anche se non molto esperto,
non voglio nel mio voler narrare servirmi dello stesso per una ricerca più approfondita,
perché preferisco andare a riscoprire e scrivere,
i vecchi ricordi di sogni e viaggi astrali mai cancellati nella mia memoria.
Non è mia abitudine arricchire la narrativa navigando in rete,
estrapolando e riproducendo così notizie in esso contenute,
che nei contesti diversi dell’informazione,
sono sicuro che spesso si pratica la logica dell’inganno o dispersione comunicativa,
credibile a tal punto da potermi indurre psicologicamente,
nei grandi dubbi della storia recentemente passata,
la cui natura lascio a te lettore una libera conoscenza interpretativa,
escludendomi qualsiasi presunzione e certezze di vita diversamente vissuta.

Questi timori e dubbi mi impongono di non ricercare la data ed il nome esatto,
della specifica missione spaziale in seguente narrativa.
Anche se nel mio narrare potranno esserci errori,
dettati soprattutto dal lungo tempo ormai trascorso.
Questa scelta mi conserva e determina nel continuare a narrare,
ieri come oggi e domani,
sensazioni e visioni di irreali esperienze oniriche ed astrali,
senza aver mai potuto verificare materialmente il mio aver vissuto.
Del resto allora poco mi interessava,
perché non pensavo mai un giorno di essere capace di scrivere queste esperienze,
anche se per me nel tempo sono diventate abituali,
però consapevole che restano sempre di difficile interpretazione ed accettazione,
anche per un pubblico lettore esperto e curioso della materia specifica.
Questa narrativa parte da una domanda ben precisa.
Visione extraterrestre?
Ebbene la risposta è ancora più precisa. No.
Leggiamo il perché nell’assurdo ed incredibile racconto.

Una notte sognai di risvegliarmi,
mentre volavo libero nello spazio dell’universo infinito.
Non si può mai fare un’abitudine a queste genere di esperienze,
perché sempre diverse ed improvvise,
per cui oltre a provare istintivamente il piacere del volo,
assumendo la posizione tipica del volo adottata dall’immaginario collettivo,
espressa da tempo nella ormai figura tipica di un superman,
senza sentire caldo o freddo,
accelerando o frenando mentalmente la mia velocità,
anche perché non c’erano ostacoli visivi davanti,
incuriosito ed affascinato dalla profondità ed immensità dell’universo,
che nonostante la grande oscurità appariva luminoso e pulsante di vite,
in questa incredibile visione globale che è la bellezza dello spazio celeste,
che mai si può immaginare di conoscere con le sole esperienze di vita sulla terra,
dopo essermi estasiato nel provare e riprovare,
le mie varie velocità e frenate improvvise,
di riflesso mentalmente ho cercato di conoscere,
la vera causa di tale viaggio e presenza sul luogo.

Guardandomi tutto intorno,
sulla mia sinistra leggermente indietro,
vedevo una navicella spaziale americana,
che viaggiava nell’orbita spaziale nella mia stessa direzione.
Focalizzando ed allargando l’immagine,
ormai ravvicinata per effetto della vista astrale,
vedevo chiaramente nel vetro dell’oblò di destra della navicella,
il volto completo di un astronauta americano.
Stava pensando e riflettendo sull’esistenza e grandezza di Dio,
mentre guardava in lontananza la Terra,
che vista da quassù appariva troppo piccola,
mentre lo spazio attorno era enormemente infinito,
continuamente in perpetuo movimento.
Tutto troppo perfetto preciso e coordinato,
illuminato e colorato da mille colori tutti viventi.
Con la sua mente e vista cercava di focalizzare un punto ben definito sulla terra,
nell’intento di cercare d’immaginarsi d’intravedere la sua famiglia,
la sua città, il fare quotidiano delle persone che lui conosceva.
La terra vista da quassù non da i confini delle città e delle nazioni.
È una sfera di pochi e bellissimi colori che gira instancabilmente:
vista poi da questa posizione privilegiata appare incredibilmente ammaliante ed ipnotica.
Emana un invisibile energia attrattiva,
come una calamita che ti attira dolcemente ed inesorabilmente.
Forse perché ci siamo nati e vissuti,
e li sono riposti tutti i nostri ricordi ed affetti.

Dal mio punto di vista mentale appariva come la stessa l’immagine,
che da bambino mi ero abituato a conoscere sui banchi di scuola elementare,
attraverso le cartine geografiche giganti che pendevano dai muri della classe.
La Terra vista da quassù non da modo di vedere e percepire,
l’esistenza e la presenza di 5 miliardi di persone umane:
ognuno con la sua vita e storia diversa,
con dolori, piaceri, successi e fallimenti, morti e nuove nascite.
Niente di tutto questo quassù si vedeva.
E’ una bella creazione sferica in gran parte azzurra,
da sembrare creata ad arte da un abile e pregiato artista del vetro,
che gira costantemente anche se in parte coperta da nuvole più o meno intense,
di colore bianco azzurro a volte più scuro,
con grandi e ben marcati disegni continentali di forma astratta,
dal colore marrone e verde profondo o sfumato,
mentre l’altra metà resta nascosta per la nostra dinamica ottica,
che ci esclude la capacità di introspezione della materia.
Il colore del mare la rende bellissima, forse la più bella del creato.
Nello spazio tutto intorno nel suo NON silenzio irreale,
t’incute meraviglia, rispetto, timore, e profonda riflessione.
La troppa perfezione e dinamiche universali in continuo movimento,
ci davano una sola risposta: DIO ESISTE.

L’anonimo astronauta mentalmente passò dalla magnificenza del creato,
al terrore e paura quando nella sua mente si insinuò,
l’eventualità di un guasto tecnico irreparabile alla navicella,
che non gli avrebbe più permesso di rientrare sulla terra.
Come avrebbe fatto a continuare a sopravvivere senza le sue abitudini,
la famiglia la casa il lavoro gli amici.
Ora con silenziosa sofferenza riconosceva improvvisamente,
quanto preziosa sia sempre stata la terra,
la terra di noi tutti che vivendoci abitualmente,
non l’abbiamo mai amata e rispettata veramente.
Anche i momenti più brutti di disperazione massima vissuti sulla terra,
non erano poi così brutti:
noi li rendevamo e vedevamo tali.
Per la prima volta si accorgeva di amarla, desiderarla:
bramava di rientrare subito ed andare a casa sua.
Ma la terra era troppo lontana e tutto appariva o sembrava come un sogno,
bello o brutto, però di difficile soluzione immediata.
Il terrore e la paura dell’imprevisto guasto irreparabile,
stava prendendo in lui il sopravvento.
Ora compresi il perché della mia presenza.

Debbo dargli la testimonianza che i nostri confini non esistono.
Siamo noi a non voler usare le nostre magnifiche facoltà umane,
facendoci confinare ed opprimere dalla materia reale,
che essendo immediatamente visiva ci rende tutti dipendenti ed illusi.
Voglio apparirgli in carne ed ossa,
sarà lui il primo a conoscermi veramente in volto,
e se un domani lo racconterà,
talmente sarà incredibile che nessuno potrà mai credergli.
Però i sistemi di ripresa satellitare che inviano normalmente le immagini sulla terra,
sicuramente ora in funzione,
non dovranno riprendermi assolutamente.
Cosi mi materializzai visibilmente a lui che nel vedermi non credeva ai suoi occhi,
reagendo con una azione fisica scomposta,
mettendosi ad urlare e gesticolare tanto da richiamare l’attenzione di un secondo astronauta,
che subito veniva verso l’oblò nel tentativo di vedere anche lui,
ciò che il suo compagno urlava di vedere.
Ero che viaggiavo ad una distanza di appena metri 100 dalla sua navicella,
leggermente più avanti dalla visuale del suo oblò di destra.

“”” Vestivo di una normale camicia a maniche corte di colore tutto azzurro,
indossata fuori dai pantaloni lunghi, di colore marrone chiaro.
La mia mano e braccio destro era proiettato tutto in avanti,
mentre la mano sinistra tutta aperta era posizionata molto più indietro,
in un lento e continuo saluto rassicurante.
Il mio volto era girato totalmente indietro verso la sua direzione ottica,
tanto da essere a lui perfettamente visibile,
mentre il mio sorriso era continuamente aperto.
Quando finalmente il suo sguardo si concentrò su di me mentalmente gli comunicai:
vedi, non sei solo, anche qui c’è la vita, come sulla terra.””””

Io non sapevo che in quella specifica occasione,
la NASA aveva concordato una ripresa televisiva in Mondovisione,
sicché quando la nostra esperienza si consumava,
andava direttamente in onda TV sui molti canali televisivi,
precedentemente in prenotazione e sintonizzati con la NASA.
Per cui quando ebbe seguito la reazione scomposta dell’astronauta americano,
i tecnici della NASA decisero di interrompere immediatamente prima l’audio,
poi in conseguenza le immagini della diretta televisiva.
Dissero astutamente a causa di guasti tecnici.
L’episodio ha avuto una certa risonanza mondiale,
per i fautori e promotori dell’esistenza degli UFO.
Gli stessi addebitano la reazione scomposta dell’astronauta americano,
alla sua visione improvvisa di presenze cosmiche,
non individuabili dagli stessi spettatori,
perché tagliati fuori dalla prospettiva ottica della ripresa satellitare,
che inquadrava soltanto l’oblò e la navicella nella sua parte destra.
Sempre gli stessi ancora oggi affermano che l’interruzione della diretta televisiva,
è da addebitare alla volontà del governo USA di nascondere la loro esistenza.
Per loro questa registrazione ancora oggi rimane,
documento visivo e valido della prova dell’esistenza degli UFO.

Con questo mio racconto sono certo di dare a loro un grande dispiacere,
affermando che in questa specifica circostanza non erano EXTRATERRESTRI,
però per il mio continuo vagare nei sogni e viaggi astrali,
posso affermare e confermare che esistono molte civiltà nel cosmo,
più di quanto noi possiamo immaginarci,
ed alcuni di loro sono più avanti di noi non solo tecnologicamente,
ma soprattutto moralmente e spiritualmente.
Purtroppo per queste nostre specifiche carenze che sono evidenti realtà da tempo,
noi facciamo paura “ anche a loro.”
Negli anni passati questa famosa video registrazione,
mi è capita più volte di rivederla nei programmi televisivi specializzati,
dandomi modo di ricordare quando ne dette notizia anche il nostro telegiornale,
proprio di questa specifica interruzione improvvisa della diretta televisiva spaziale.
Ormai nella nostra società è una abitudine la non concessione del dubbio,
per cui quando l’astronauta in narrativa rientrò presso la sua base,
restò escluso definitivamente dalle missioni spaziali.

Purtroppo chi racconta la verità è sempre stato e sarà,
soggetto a trattamenti di emarginazione, d’incomprensione, derisione,
e nel suo caso specifico:
“ un verdetto medico ingiusto di sofferenza patologica con gravi disturbi mentali,
evidenziati da violente ed improvvise allucinazioni visive che lo rendono inaffidabile.
La continuità del suo impiego può compromettere,
la sicurezza delle missioni e la stessa incolumità dell’intero equipaggio spaziale.
È fortemente sconsigliabile il suo ulteriore impiego ufficiale,
nei progetti e missioni spaziali della NASA. “
In cuor mio spero vivamente,
che attraverso i diversi percorsi di Internet,
anche lui arrivi a leggere questa nostra comune esperienza,
ed in merito a questa giusta prospettiva ed augurio anticipatamente ti scrivo.

Caro anonimo Amico astronauta americano.

Mi dispiace come è andata a finire,
so che ci tenevi tantissimo.
Dopo questo particolareggiato racconto ormai pubblicato in Internet,
non soggetto al tuo silenzio contrattuale,
alfine di mantenere nel tempo il segreto militare e strategico,
se ancora oggi i tuoi supervisori e superiori continueranno a non crederti,
dovranno domandarsi come mai io lo conosco nei minimi particolari,
nonostante il tuo rapporto e quello dei tuoi colleghi e commissioni varie,
sia stato da anni segregato e silenziato definitivamente.
Tu inizialmente con certezza e convinzione,
hai dichiarato quanto sopra riportato nel racconto specifico.
Allora come può una persona a te fisicamente mai conosciuta,
perché mai realmente incontrata e sentita prima durante e dopo,
conoscere questi particolari mai pubblicati precedentemente?
Sicuramente vorranno da me altre risposte,
però prima delle stesse dovranno almeno reintegrarti pubblicamente.
È anche vero che tutto il male non viene solo a nuocere,
perché in compenso noi siamo stati anche fortunati,
vivendo una esperienza indimenticabile e profonda,
anche se assurda ed non facilmente comprensibile ed accettabile da chiunque.
Tra noi possiamo dircelo in chiarezza.
Non è stato un sogno ne un’allucinazione o illusione,
perché è stato un vero miracolo testimoniabile dalla reciproca Fede in Dio.
Sinceri saluti ed auguri vivissimi. H’ERMES

Per voi lettori,
è comprensibile e naturale non riuscire a credere alla nostra comune esperienza.
Il vostro non credere può essere anche determinato,
dalle ricercata normalità e tranquillità per il quieto vivere,
oppure dalle conoscenze ormai acquisite e consolidate da più esperienze interpersonali,
diversamente da sapienze intime ed interiori tramandate dai secoli passati,
considerando principalmente il doppio valore interpretativo della medaglia sociale,
che si evidenzia nelle moderne attrattive culturali e generalizzate,
che ci impongono il consumismo globale con l’informazioni di regime,
che non lasciano spazio alla libera introspezione e ricerca interiore.
È anche vero che molta responsabilità va addebitata alla nostra tradizionale scienza ufficiale,
che non vuole rimettersi in gioco aprendosi pubblicamente verso le tematiche spirituali,
le stesse che danno luogo ed origine a questo genere di esperienze.
Solo allargando gli orizzonti della mente del cuore e dello spirito,
si potrà sperare di entrare nella conoscenza del sapere infinito.
Personalmente non l’ho mai ricercato (il sapere infinito!)
forse per questo motivo mi trovo proiettato (incasinato) nell’incredibili storie altrui?
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