OPTIMUS!!!!! da www.disintegration.it
FINALMENTE UNA RECENSIONE POSITIVA!!!!
John Norum ritorna alla fatica solista dopo aver pubblicato alcuni mesi fa il come back della sua band madre per eccellenza, gli Europe! Spendiamo poche parole sull’operato di questo straordinario chitarrista troppo spesso sottovalutato, dato che non ve ne è il bisogno visto il grado di popolarità raggiunto almeno tra gli addetti “seri” del settore musicale. Dopo aver lasciato gli Europe proprio all’apice del loro stratosferico successo nel 1986, Norum si dedica alla carriera solista sfornando almeno due album culto dell’epoca quali “Total Control” e il successivo “Face The Truth” con Glenn Hughes alla voce. I lavori erano un concentrato di hard Rock anni 80 non molto dissimili da quello che facevano i primi Europe prima del botto a livello mondiale. Ma al nostro questo non basta, la sua anima fortemente legata al rock dei 70’s con gruppi quali Thin Lizzy, UFO, MSG, lo porta ad una svolta stilistica nei successivi lavori come “Another Destination”, “Worlds away” e il relativamente recente “Slipped Into Tomorrow”. I ritmi si rallentano, tempi quadrati accompagnano pachidermici riff pesanti come il piombo, mentre i suoi caldi ma allo stesso tempo tecnici solo cesellano armonie che riportano direttamente alla memoria soprattutto trame del gruppo dello scomparso Phil Lynott. Oggi solo pochi guitar hero possono fregiarsi di questo titolo quanto lui. Perché forse non tutti l’hanno mai capito, ma non bisogna viaggiare alla velocità della luce su un manico della chitarra per esser considerati dei mostri dello strumento. Ci vuole una cosa che oggi è più unica che rara…classe e raffinatezza, e non è poco! E John Norum le ha entrambe elevate al massimo. In questo album le accordature si sono abbassate e ciò che esce dalle casse dello stereo è una martellata sui denti! Ascoltatevi l’opener “Chase Down The Moon” o le granitiche “Nail To The Cross” o “Forced”! Non mancano pezzi più rilassati dove fuoriesce anche tutta la sua passione per il rock-blues a la Gary Moore come in “One More Time” e in “Change Will Come”. Vi sono anche due pezzi strumentali dove il nostro si sbizzarrisce oltremodo con il suo suono tutto Gibson e Marshall a palla! Tirando le somme, l’album non è un capolavoro, ma surclassa nettamente la concorrenza, forte di brani senza evidenti cadute di tono e di un playing mostruoso ma di fino allo stesso tempo. John Norum, Zakk Wylde, George Lynch, sono i classici esempi di come si possa portare la musica Rock ad un livello più alto semplicemente facendo muovere le proprie dita guidate dal cuore e non della ricerca del tecnicismo a tutti i costi!