Palo o Croce

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AlfaCentauri2013
00martedì 20 agosto 2013 11:26
Le testimonianze
In riferimento alla eterna diatriba palo/croce, qualcuno sa indicarmi testimonianze storiche scritte che attestano in modo incontrovertibile che il metodo utilizzato in quell'epoca era il paolo di trortura e non la croce. O anche viceversa?

Per testimonianze storiche mi riferisco a scritti che vanno dal 3° secolo aev al 3 ev


Barnaba1977
00martedì 20 agosto 2013 11:38
In realtà non vi sono testimonianze incontrovertibili, né dalla parte del palo né da quella della croce. Vista la scarsità di testimonianze archeologiche, noi abbiamo preferito utilizzare la forma linguisticamente più primitiva della parola greca "stauros", ovvero "palo". Quindi la nostra motivazione è perlopiù linguistica. Inoltre, nel corso del tempo, sulla classica forma della croce si è costruito un castello di superstizioni, miti e riti idolatrici che noi desideriamo evitare.

Insomma, per noi la forma della croce è pressoché ininfluente per la nostra adorazione e se venisse fuori qualche testimonianza incontrovertibile che lo stauros sul quale morì Gesù fosse una croce a due bracci, non avremmo alcun problema ad adottare quella forma nelle nostre pubblicazioni. Fino ad allora, però, preferiamo continuare ad usare il "palo" come strumento generico.
Brother81
00martedì 20 agosto 2013 11:50
Barnaba1977, 20/08/2013 11:38:

e se venisse fuori qualche testimonianza incontrovertibile che lo stauros sul quale morì Gesù fosse una croce a due bracci, non avremmo alcun problema ad adottare quella forma nelle nostre pubblicazioni. Fino ad allora, però, preferiamo continuare ad usare il "palo" come strumento generico.




Esatto ma comunque non ce le metteremmo mai al collo o appesa al muro cosi come non lo facciamo con il palo

AlfaCentauri2013
00martedì 20 agosto 2013 11:52
Re:
Barnaba1977, 20/08/2013 11:38:

In realtà non vi sono testimonianze incontrovertibili, né dalla parte del palo né da quella della croce. Vista la scarsità di testimonianze archeologiche, noi abbiamo preferito utilizzare la forma linguisticamente più primitiva della parola greca "stauros", ovvero "palo". Quindi la nostra motivazione è perlopiù linguistica. Inoltre, nel corso del tempo, sulla classica forma della croce si è costruito un castello di superstizioni, miti e riti idolatrici che noi desideriamo evitare.

Insomma, per noi la forma della croce è pressoché ininfluente per la nostra adorazione e se venisse fuori qualche testimonianza incontrovertibile che lo stauros sul quale morì Gesù fosse una croce a due bracci, non avremmo alcun problema ad adottare quella forma nelle nostre pubblicazioni. Fino ad allora, però, preferiamo continuare ad usare il "palo" come strumento generico.



Ma all'epoca dei Romani la pena di morte non era eseguita con la crocifissione? Dico se era quella la prassi perchè non dovette avvenire nello stesso modo per Cristo?

Inoltre, a parte le superstizioni e i riti idolatrici che si sono formati nel corso del tempo, in mancanza di testimonianze archeologiche da ambdue le parti non è errato credere che Cristo sia morto sulla croce? O sbaglio?
Aquila-58
00martedì 20 agosto 2013 12:18
Re: Le testimonianze
AlfaCentauri2013, 20/08/2013 11:26:

In riferimento alla eterna diatriba palo/croce, qualcuno sa indicarmi testimonianze storiche scritte che attestano in modo incontrovertibile che il metodo utilizzato in quell'epoca era il paolo di trortura e non la croce. O anche viceversa?

Per testimonianze storiche mi riferisco a scritti che vanno dal 3° secolo aev al 3 ev





ma che significa "il palo di tortura e non la croce"?
Innanzitutto partiamo da due dati: il sostantivo greco stauros significa "piolo, palo", secondo non ci sono testimonianze storiche risalenti al I secolo riguardanti la Palestina di una crocifissione mediante una crux immissa o commissa.
I romani chiamavano questo stumento di morte con il sostantivo crux (da cui croce) ma distinguevano due tipi di crux: la crux simplex (un palo verticale) e la crux composita ( stipes + patibulum)...


(SimonLeBon)
00martedì 20 agosto 2013 12:36
Re: Le testimonianze
AlfaCentauri2013, 8/20/2013 11:26 AM:

In riferimento alla eterna diatriba palo/croce, qualcuno sa indicarmi testimonianze storiche scritte che attestano in modo incontrovertibile che il metodo utilizzato in quell'epoca era il paolo di trortura e non la croce. O anche viceversa?

Per testimonianze storiche mi riferisco a scritti che vanno dal 3° secolo aev al 3 ev



Ciao Alfa,

puoi prendere Tito Livio, contemporaneo del Cristo, Ab urbe condita libri, libro 28 par. 29:

"nudi in medium protrahebantur et simul omnis apparatus supplicii expromebatur. deligati ad palum uirgisque caesi et securi percussi, adeo torpentibus metu qui aderant ut non modo ferocior uox aduersus atrocitatem poenae sed ne gemitus quidem exaudiretur."

La domanda che tu fai è pero' poco significativa: in quell'epoca si metteva a morte nei modi piu' diversi e, anche tra i romani, non esisteva una procedura unica di esecuzione capitale.
Il "metodo utilizzato" dipendeva dalle circostanze.

Simon
(SimonLeBon)
00martedì 20 agosto 2013 12:39
Re: Re:
AlfaCentauri2013, 8/20/2013 11:52 AM:



Ma all'epoca dei Romani la pena di morte non era eseguita con la crocifissione? Dico se era quella la prassi perchè non dovette avvenire nello stesso modo per Cristo?

Inoltre, a parte le superstizioni e i riti idolatrici che si sono formati nel corso del tempo, in mancanza di testimonianze archeologiche da ambdue le parti non è errato credere che Cristo sia morto sulla croce? O sbaglio?



L'unica testimonianza archeologica di uomo crocifisso presenta segni dei chiodi nei piedi, inchiodati di lato, e nessun segno nelle braccia.

Quella che tu chiami "prassi" è in effetti un'invenzione posticcia dei fanatici della "croce": i romani non conoscevano nessuna "prassi".

Tu cosa ne dici?

Simon
speculator
00martedì 20 agosto 2013 13:18

AquilA 58 Innanzitutto partiamo da due dati: il sostantivo greco stauros significa "piolo, palo

"Stauros" significa piolo, o palo ma in posizione eretta; un palo lasciato orizzontale per terra non era uno "stauros".
jwfelix
00martedì 20 agosto 2013 16:22
"Circa il tipo di croce e la modalità di esecuzione del supplizio ci furono nel tempo delle varianti. Il colpevole poteva essere legato o inchiodato a un albero, a un palo o a quella che generalmente viene considerata la croce". (Dizionario di Dottrine Bibliche (1990) Edizioni AdV)

Tertulliano in Apologetico, XII, 3 dice: "voi attaccate cristiani a delle croci, a dei pali" (Crucibus et stipitibus imponitis Christianos) che farebbe pensare piuttosto alla crux simplex e non a una croce vera e propia.

"La forma della [croce a due bracci] ebbe origine nell'antica Caldea, ed era usata come simbolo del dio Tammuz (essendo a forma del mistico Tau, iniziale del suo nome) in quel paese e nei paesi limitrofi, incluso l'Egitto. Verso la metà del III secolo d.C. le chiese si erano ormai dipartite da certe dottrine della fede cristiana o le avevano travisate. Per accrescere il prestigio dei sistemi ecclesiastici apostati, i pagani erano ricevuti nelle chiese indipendentemente dalla rigenerazione per mezzo della fede ed era largamente permesso loro di ritenere i loro segni e simboli pagani. Perciò il Tau o T, nella sua forma più frequente, con il pezzo in croce abbassato, fu adottato come simbolo della croce di Cristo". (An Expository Dictionary of New Testament Words (ristampa del 1966) W. E. Vine, vol. I, p. 256)

"Palmer in Expository Times (gennaio 1902) ha dato una nuova spiegazione di questa frase portar la croce. Egli fa osservare che la parola tradotta qui per croce, ha il senso più generale di tronco d'albero; e quindi più che uno strumento di supplizio, potrebbe designare qualsiasi pezzo di legno gregio. Ora Gesù pronunziò queste parole in Galilea, e presso Cesarea di Fipoli avevano sotto gli occhi lunghe file di operai intenti ogni giorno a far scendere dai monti e a portare grossi tronchi di alberi per imbarcarli sul Giordano o sul lago…". (Il Nuovo Testamento commentato dal P. Marco M. Sales O. P., Volume 1 (1911) Torino. Nota a Matteo 10:38)

Metabo74
00venerdì 23 agosto 2013 01:08
AlfaCentauri2013, 20/08/2013 11:26:

In riferimento alla eterna diatriba palo/croce, qualcuno sa indicarmi testimonianze storiche scritte che attestano in modo incontrovertibile che il metodo utilizzato in quell'epoca era il paolo di trortura e non la croce. O anche viceversa?

Per testimonianze storiche mi riferisco a scritti che vanno dal 3° secolo aev al 3 ev



Non è esattamente quello che cerchi, però è interessante... [SM=g27987]

www.jw.org/it/cosa-dice-la-Bibbia/domande/ges%C3%B9-mor%C3%AC-su-un...

[SM=g1944981]
persoinaltomare
00venerdì 23 agosto 2013 19:41


Strana come rappresentazione vero? [SM=g1871110]

Cos è questa imparzialità? O tutti o nessuno! [SM=g7393]
jwfelix
00venerdì 23 agosto 2013 19:49
Re:
persoinaltomare, 23/08/2013 19:41:



Strana come rappresentazione vero? [SM=g1871110]

Cos è questa imparzialità? O tutti o nessuno! [SM=g7393]




Lui era speciale o per dirla alla celentano ... era ROCK

Quindi ci misero un pezzo di legno in più

[SM=g1871112]
speculator
00venerdì 23 agosto 2013 23:18

La Bibbia coi riferimenti della Watchtower alla fine ha degli argomenti notevoli e all'argomento 5C riporta:

"Nel greco classico la parola stauròs significava semplicemente un palo verticale, come quelli usati per le fondamenta. Il verbo stauròo significava recintare con pali, o fare una palizzata. Gli ispirati scrittori delle Scritture Greche Cristiane scrissero nel greco comune (koinè) e usarono la parola stauròs con lo stesso significato del greco classico..".....

... W. E. Vine, nella sua opera An Expository Dictionary of New Testament Words (ristampa del 1966), vol. I, p. 256, dichiara "STAUROS (σταυρός) indica principalmente un’asta o palo diritto, sul quale i malfattori venivano inchiodati per l’esecuzione"
......

P. W. Schmidt, che fu docente presso l’Università di Basilea, nella sua opera Die Geschichte Jesu (La storia di Gesù), vol. 2, Tubinga e Lipsia, 1904, pp. 386-394, fece uno studio dettagliato della parola greca stauròs. A p. 386 della sua opera disse: “σταυρός [stauròs] significa ogni palo o tronco d’albero in posizione eretta"

Fine citazioni dalla Bibbia coi riferimenti

jwfelix in questa discussione riporta che "Palmer in Expository Times (gennaio 1902) ha dato una nuova spiegazione di questa frase portar la croce. Egli fa osservare che la parola STAUROS tradotta qui per croce, ha il senso più generale di tronco d'albero; e quindi più che uno strumento di supplizio, potrebbe designare qualsiasi pezzo di legno gregio. Ora Gesù pronunziò queste parole in Galilea, e presso Cesarea di Fipoli avevano sotto gli occhi lunghe file di operai intenti ogni giorno a far scendere dai monti e a portare grossi tronchi di alberi per imbarcarli sul Giordano o sul lago…". (Il Nuovo Testamento commentato dal P. Marco M. Sales O. P., Volume 1 (1911) Torino. Nota a Matteo 10:38)"

Nella definizione di Palmer appena riportata c'è una contraddizione poichè mentre dice che ha il senso generale di tronco di albero......(quindi fermo in posizione verticale come sta l'albero) aggiunge....... potrebbe designare qualsiasi pezzo di legno greggio (anche di forma non di palo o anche lasciato per terra, non verticale).

Mi pare appropriata l'osservazione che la parola Stauros detta da Gesù presso il lago alla vista dei lavoratori che trascinavano tronchi non significhi in quel contesto "palo di tortura", che un greco avrebbe immaginato molto lontanamente sentendo allora la parola stauros;

significava invece palo, (all'interno di un lavoro organizzato con dirigenti), che doveva essere trascinato e trasportato prima via terra e poi via lago;

ma il fine ultimo, nel contesto del discorso, e voglio stare allo Schmidt, era quello di metterlo, su ordine, in posizione verticale, come per fare una palizzata che era l'elemento primario di organizzazione del campo militare romano.

Nel contesto di quel discorso di Gesù l'elemento centrale non è il singolo palo, e neanche il palo di tortura del singolo uomo, ma l'ordine specifico dato da un dirigente (Gesù) per un lavoro organizzato di diverse persone, per costruire un elemento principale di difesa.
barnabino
00sabato 24 agosto 2013 10:58
Si, anche a me pare un po' forzata l'accezione di un qualunque pezzo di legno per stauros, poteva certo essere una metafora usata da Gesù per dire che come quegli uomini portavano faticosamente uno xylon i cristiani avrebbero portato quello xylon particolare, lo stauros, che era ancora più dolorso e pesante...

Shalom
speculator
00lunedì 26 agosto 2013 12:21
Si tratta di un peso messo sulle tue spalle da Gesù, dietro suo ordine: "rinuncia(re) alla proprietà di te stesso prendere il tuo palo e seguirmi di continuo".

In questo caso, poiché di peso si tratta e non di carico,: "il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero"; siamo nell'ambito della piacevolezza; non nell'ambito della tortura.
barnabino
00lunedì 26 agosto 2013 21:20
In questo caso capisci l'accezione data di stauros sarebbe poco conforme, visto che nel I secolo (a differenza di xylon) aveva comunque una connotazione legata all'uso come tortura più che ad un servizio piacevole.

Shalom

speculator
00lunedì 26 agosto 2013 22:23



Barnabino In questo caso capisci l'accezione data di stauros sarebbe poco conforme, visto che nel I secolo (a differenza di xylon) aveva comunque una connotazione legata all'uso come tortura più che ad un servizio piacevole.

Per Barnabino forniscimi per favore prove, non neotestamentarie e possibilmente del primo secolo, in cui che Stauros aveva una connotazione legata all'uso come tortura.

Contribuire a portare e piantare un palo su ordine ammetto che possa non essere leggero, ma posso immaginare sia almeno, biblicamente, piacevole come la piacevolezza che avevano quelli che ricostruivano le mura di Gerusalemme al ritorno da Babilonia, o quelli che servono ora Geova in varie situazioni difficili

Matteo 11: 28-29
28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, poiché io sono d’indole mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per le anime vostre. 30 Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”..

Non ci vedo tortura. Il termine tortura in italiano per me ha una connotazione fortemente negativa.

Mt 16:24 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo.

Chi vuole essere mio seguace, rinneghi la proprietà di sè stesso (non è più libero di fare quel che vuole) prenda il suo palo (Gesù gli dà ordine di prendere un palo suo personale), che verrà piantato "stauros", da lui stesso o da un insieme organizzato di lavoratori , ma è sempre Gesù, il capo esercito-cantiere che gli dice quale palo prendere, quanto portarlo, dove lasciarlo; Gesù non fa portare pali di tortura, ma pali piacevoli. Diversa era l'angheria dei soldati romani che imposero al cirenaico di portare il palo di Gesù che non credo il cirenaico portò con piacere.

Luca14: 25-33 25 Ora grandi folle viaggiavano con lui, e voltatosi egli disse loro: 26 “Se qualcuno viene a me e non odia suo padre e la madre e la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle, sì, e perfino la sua propria anima, non può essere mio discepolo. 27 Chi non porta il suo palo di tortura e non viene dietro a me non può essere mio discepolo. 28 Per esempio, chi di voi volendo costruire una torre non si mette prima a sedere e non calcola la spesa, per vedere se ha abbastanza per completarla? 29 Altrimenti, potrebbe porre il fondamento ma non essere in grado di finirla, e tutti gli osservatori comincerebbero a schernirlo, 30 dicendo: ‘Quest’uomo ha cominciato a edificare ma non ha potuto finire’. 31 O quale re, andando incontro a un altro re in guerra, non si mette prima a sedere e non prende consiglio se può con diecimila soldati contendere con quello che viene contro di lui con ventimila? 32 Se infatti non può, mentre quello è ancora lontano gli manda un corpo di ambasciatori e chiede la pace. 33 Così, potete essere certi che nessuno di voi che non si separi da tutti i suoi averi può essere mio discepolo.

la guerra è una guerra simbolica di Geova con un solo combattente e capo di un esercito di un solo uomo Gesù. Se non c'è questa base le nostre decisioni vitali sono guerre perdute tutte.

La torre è una costruzione (occorrono i pali per costruire?) che Geova ha iniziato e che finirà.

Già Geova ha stabilito che vincerà con un solo combattente e un solo capomastro (Gesù)e che tutti gli altri suoi sostenitori devono separarsi da tutti i loro averi. Considerino attentamente la loro decisione come Geova e Gesù hanno considerato la loro e prendano su di sé il loro peso, assegnato da Gesù.
speculator
00lunedì 26 agosto 2013 22:23



Barnabino In questo caso capisci l'accezione data di stauros sarebbe poco conforme, visto che nel I secolo (a differenza di xylon) aveva comunque una connotazione legata all'uso come tortura più che ad un servizio piacevole.

Per Barnabino forniscimi per favore prove, non neotestamentarie e possibilmente del primo secolo, in cui che Stauros aveva una connotazione legata all'uso come tortura.

Contribuire a portare e piantare un palo su ordine ammetto che possa non essere leggero, ma posso immaginare sia almeno, biblicamente, piacevole come la piacevolezza che avevano quelli che ricostruivano le mura di Gerusalemme al ritorno da Babilonia, o quelli che servono ora Geova in varie situazioni difficili

Matteo 11: 28-29
28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, poiché io sono d’indole mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per le anime vostre. 30 Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”..

Non ci vedo tortura. Il termine tortura in italiano per me ha una connotazione fortemente negativa.

Mt 16:24 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo.

Chi vuole essere mio seguace, rinneghi la proprietà di sè stesso (non è più libero di fare quel che vuole) prenda il suo palo (Gesù gli dà ordine di prendere un palo suo personale), che verrà piantato "stauros", da lui stesso o da un insieme organizzato di lavoratori , ma è sempre Gesù, il capo esercito-cantiere che gli dice quale palo prendere, quanto portarlo, dove lasciarlo; Gesù non fa portare pali di tortura, ma pali piacevoli. Diversa era l'angheria dei soldati romani che imposero al cirenaico di portare il palo di Gesù che non credo il cirenaico portò con piacere.

Luca14: 25-33 25 Ora grandi folle viaggiavano con lui, e voltatosi egli disse loro: 26 “Se qualcuno viene a me e non odia suo padre e la madre e la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle, sì, e perfino la sua propria anima, non può essere mio discepolo. 27 Chi non porta il suo palo di tortura e non viene dietro a me non può essere mio discepolo. 28 Per esempio, chi di voi volendo costruire una torre non si mette prima a sedere e non calcola la spesa, per vedere se ha abbastanza per completarla? 29 Altrimenti, potrebbe porre il fondamento ma non essere in grado di finirla, e tutti gli osservatori comincerebbero a schernirlo, 30 dicendo: ‘Quest’uomo ha cominciato a edificare ma non ha potuto finire’. 31 O quale re, andando incontro a un altro re in guerra, non si mette prima a sedere e non prende consiglio se può con diecimila soldati contendere con quello che viene contro di lui con ventimila? 32 Se infatti non può, mentre quello è ancora lontano gli manda un corpo di ambasciatori e chiede la pace. 33 Così, potete essere certi che nessuno di voi che non si separi da tutti i suoi averi può essere mio discepolo.

la guerra è una guerra simbolica di Geova con un solo combattente e capo di un esercito di un solo uomo Gesù. Se non c'è questa base le nostre decisioni vitali sono guerre perdute tutte.

La torre è una costruzione (occorrono i pali per costruire?) che Geova ha iniziato e che finirà.

Già Geova ha stabilito che vincerà con un solo combattente e un solo capomastro (Gesù)e che tutti gli altri suoi sostenitori devono separarsi da tutti i loro averi. Considerino attentamente la loro decisione come Geova e Gesù hanno considerato la loro e prendano su di sé il loro peso, assegnato da Gesù.
speculator
00lunedì 26 agosto 2013 22:26

Barnabino In questo caso capisci l'accezione data di stauros sarebbe poco conforme, visto che nel I secolo (a differenza di xylon) aveva comunque una connotazione legata all'uso come tortura più che ad un servizio piacevole.

Per Barnabino forniscimi per favore prove, non neotestamentarie e possibilmente del primo secolo, in cui che Stauros aveva una connotazione legata all'uso come tortura.

Contribuire a portare e piantare un palo su ordine ammetto che possa non essere leggero, ma posso immaginare sia almeno, biblicamente, piacevole come la piacevolezza che avevano quelli che ricostruivano le mura di Gerusalemme al ritorno da Babilonia, o quelli che servono ora Geova in varie situazioni difficili

Matteo 11: 28-29
28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, poiché io sono d’indole mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per le anime vostre. 30 Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”..

Non ci vedo tortura. Il termine tortura in italiano per me ha una connotazione fortemente negativa.

Mt 16:24 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo.

Chi vuole essere mio seguace, rinneghi la proprietà di sè stesso (non è più libero di fare quel che vuole) prenda il suo palo (Gesù gli dà ordine di prendere un palo suo personale), che verrà piantato "stauros", da lui stesso o da un insieme organizzato di lavoratori , ma è sempre Gesù, il capo esercito-cantiere che gli dice quale palo prendere, quanto portarlo, dove lasciarlo; Gesù non fa portare pali di tortura, ma pali piacevoli. Diversa era l'angheria dei soldati romani che imposero al cirenaico di portare il palo di Gesù che non credo il cirenaico portò con piacere.

Luca14: 25-33 25 Ora grandi folle viaggiavano con lui, e voltatosi egli disse loro: 26 “Se qualcuno viene a me e non odia suo padre e la madre e la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle, sì, e perfino la sua propria anima, non può essere mio discepolo. 27 Chi non porta il suo palo di tortura e non viene dietro a me non può essere mio discepolo. 28 Per esempio, chi di voi volendo costruire una torre non si mette prima a sedere e non calcola la spesa, per vedere se ha abbastanza per completarla? 29 Altrimenti, potrebbe porre il fondamento ma non essere in grado di finirla, e tutti gli osservatori comincerebbero a schernirlo, 30 dicendo: ‘Quest’uomo ha cominciato a edificare ma non ha potuto finire’. 31 O quale re, andando incontro a un altro re in guerra, non si mette prima a sedere e non prende consiglio se può con diecimila soldati contendere con quello che viene contro di lui con ventimila? 32 Se infatti non può, mentre quello è ancora lontano gli manda un corpo di ambasciatori e chiede la pace. 33 Così, potete essere certi che nessuno di voi che non si separi da tutti i suoi averi può essere mio discepolo.

la guerra è una guerra simbolica di Geova con un solo combattente e capo di un esercito di un solo uomo Gesù. Se non c'è questa base le nostre decisioni vitali sono guerre perdute tutte.

La torre è una costruzione (occorrono i pali per costruire?) che Geova ha iniziato e che finirà.

Già Geova ha stabilito che vincerà con un solo combattente e un solo capomastro (Gesù)e che tutti gli altri suoi sostenitori devono separarsi da tutti i loro averi. Considerino attentamente la loro decisione come Geova e Gesù hanno considerato la loro e prendano su di sé il loro peso, assegnato da Gesù.
barnabino
00lunedì 26 agosto 2013 22:46
Caro speculator,


Per Barnabino forniscimi per favore prove, non neotestamentarie e possibilmente del primo secolo, in cui che Stauros aveva una connotazione legata all'uso come tortura



Lo stauros nel I secolo era un universalmente considerato uno strumento di morte e tortura.

Shalom
speculator
00lunedì 26 agosto 2013 22:48
Barnabino dixit senza ulteriori prove ?
barnabino
00lunedì 26 agosto 2013 22:55
Che prove vuoi che ti porti? Praticamente tutte le fonti associano lo stauros con la pena di morte, il patibolo, piuttosto che con il "legno" di cui era fatto, termine che era indicato semmai da xylon. Sinceramente l'associazione stauros/torre a me pare un po' forzata.

Shalom [SM=g2037509]
speculator
00martedì 27 agosto 2013 00:36
desiderei un elenco delle fonti extrabibliche

l'appendice 5C della bibbia coi riferimenti:
"Nel greco classico la parola stauròs significava semplicemente un palo verticale, come quelli usati per le fondamenta. Il verbo stauròo significava recintare con pali, o fare una palizzata. Gli ispirati scrittori delle Scritture Greche Cristiane scrissero nel greco comune (koinè) e usarono la parola stauròs con lo stesso significato del greco classico..".....
......
P. W. Schmidt, che fu docente presso l’Università di Basilea, nella sua opera Die Geschichte Jesu (La storia di Gesù), vol. 2, Tubinga e Lipsia, 1904, pp. 386-394, fece uno studio dettagliato della parola greca stauròs. A p. 386 della sua opera disse: “σταυρός [stauròs] significa ogni palo o tronco d’albero in posizione eretta"


Sei in disaccordo con i passi riportari qui sopra ?
ed anche con Palmer (riferito da JWFelix vedi sopra) : Palmer in Expository Times (gennaio 1902) ha dato una nuova spiegazione di questa frase portar la croce.

Sei più in accordo con Vine che ... W. E. Vine, nella sua opera An Expository Dictionary of New Testament Words (ristampa del 1966), vol. I, p. 256, dichiara "STAUROS (σταυρός) indica principalmente un’asta o palo diritto, sul quale i malfattori venivano inchiodati per l’esecuzione".

Vine dà di Stauros una definizione "principalmente" di palo di esecuzione e non esclusiva, quindi devono esservi altre basi interpretative.



Sinceramente l'associazione stauros/torre a me pare un po' forzata.

L'associazione non è tra palo e torre ma tra palo e portare il palo stesso a fare una palizzata: "chi non prende il suo palo,,, chi non porta il suo palo"; aggiungo ma è fondamentale per la costruzione che il palo deve essere portato dietro un ordine, sia esso leggero o pesante, sia portato in discesa che salita, sia lasciato di qua che di là.
dom@
00martedì 27 agosto 2013 01:05
Re:
speculator, 8/26/2013 10:48 PM:

Barnabino dixit senza ulteriori prove ?




Vuoi le prove! Non ti basta Cristo & Mose',!

CEI Giovanni 3:14-15 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Numeri 21: 8 Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita». 9 Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita.

Ma che era una croce.? O io non leggere come voi! [SM=g2037509]
antoniopelleriti
00martedì 27 agosto 2013 09:22
Re:

speculator, 26/08/2013 12:21:

Si tratta di un peso messo sulle tue spalle da Gesù, dietro suo ordine: "rinuncia(re) alla proprietà di te stesso prendere il tuo palo e seguirmi di continuo".

In questo caso, poiché di peso si tratta e non di carico,: "il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero"; siamo nell'ambito della piacevolezza; non nell'ambito della tortura.




Tenuto conto del contesto mi sembra poco verosimile che lo stauros di Matteo 16:24 fosse qualcosa di piacevole.

Nel v.21 Gesù mostra ai discepoli che doveva andare a Gerusalemme e "soffrire molte cose"
nel v.22 Pietro rimprovera Gesù dicendogli di essere benigno con se stesso.
Nel v.23 Gesù rimprovera Pietro per ciò che ha detto.
A questo punto nel v.24 Gesù dice che se uno vuole essere suo seguace deve essere disposto a portare il suo stauros.
E al v.25 parla di salvare o perdere l'anima.

Quindi in questo contesto mi sembra più che logico credere che Gesù usasse lo stauros come simbolo di sofferenze, vergogna e tortura.

Per cui la TNM rende stauros con "Palo di tortura".

barnabino
00martedì 27 agosto 2013 09:27

A p. 386 della sua opera disse: “σταυρός [stauròs] significa ogni palo o tronco d’albero in posizione eretta"



Il punto è che l'uso di stauros fatto nell'illustrazione non sembra presupporre un palo piantato a terra in posizione verticale, come detto l'idea che il "palo" portato servisse a fare una "palizzata" su cui poi costruire una torre a me pare francamente alquanto fantasiosa. A me pare più ovvia, dato l'uso che di solito veniva fatto dello stauros nel I secolo e il significato comune che aveva acquisito, di pensare ad una sequela di sofferenze, vergogna o tortura subite perché si è seguaci di Gesù Cristo. Poi, ovviamente, liberissimo di fare le tue associazioni, ma mi paiono più speculative che altro.

Shalom

speculator
00martedì 27 agosto 2013 17:03


dom@ CEI Giovanni 3:14-15 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Sottolineo il "come"
Mosè innalzò il serpente nel deserto; ma prima c'era stata una situazione di disobbedienza del popolo di Israele contro le precise istruzioni di Geova su come organizzare il campo negli spostamenti, che aveva causato l'entrata dei serpenti nel campo per incuria principalmente.

Di fronte a questa situazione, non augurabile, su preghiera di Mosè Geova prese il provvedimento del serpente; questo provvedimento fa parte quindi delle parole che sono uscite dalla boca di Geova: " Non di solo pane vivrà l'uomo ma di ogni espressione ceh esce dalla bocca di Geova"; Mosè innalzò il serpente nel deserto dietro precise istruzioni di Geova; questo è il "come". Il serpente non era un serpente vivo ma una immagine, cioè un'idea per la salvezza, che tutti nel campo conoscevano, e conoscevano anche il da farsi secondo le istruzioni di Geova.

L'innalzamento sul palo del monte calvario di Gesù non configura questa situazione e lascio a te vedere le varie differenze.

Tu pensi che il figlio dell'uomo che doveva essere innalzato era il figlio dell'uomo innalzato sopra un palo, e quindi neanche ancora morto? o piuttosto un figlio dell'uomo, innalzato sopra un palo, poi morto e poi resuscitato e seduto alla destra del padre, a cui guardare durante il millennio, con conoscenza e speranza e fede? ; se abbiamo fede in Gesù solo in quanto morto e non resuscitato, nel senso ampio della resurrezione, siamo veramente miseri, dice Paolo.

Non penso che Numeri abbia il termine di croce, come forse hanno alcune traduzioni cattoliche
dom@
00martedì 27 agosto 2013 17:42
Re:
speculator, 8/27/2013 5:03 PM:



dom@ CEI Giovanni 3:14-15 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Sottolineo il "come"
Mosè innalzò il serpente nel deserto; ma prima c'era stata una situazione di disobbedienza del popolo di Israele contro le precise istruzioni di Geova su come organizzare il campo negli spostamenti, che aveva causato l'entrata dei serpenti nel campo per incuria principalmente.

Di fronte a questa situazione, non augurabile, su preghiera di Mosè Geova prese il provvedimento del serpente; questo provvedimento fa parte quindi delle parole che sono uscite dalla boca di Geova: " Non di solo pane vivrà l'uomo ma di ogni espressione ceh esce dalla bocca di Geova"; Mosè innalzò il serpente nel deserto dietro precise istruzioni di Geova; questo è il "come". Il serpente non era un serpente vivo ma una immagine, cioè un'idea per la salvezza, che tutti nel campo conoscevano, e conoscevano anche il da farsi secondo le istruzioni di Geova.

L'innalzamento sul palo del monte calvario di Gesù non configura questa situazione e lascio a te vedere le varie differenze.

Tu pensi che il figlio dell'uomo che doveva essere innalzato era il figlio dell'uomo innalzato sopra un palo, e quindi neanche ancora morto? o piuttosto un figlio dell'uomo, innalzato sopra un palo, poi morto e poi resuscitato e seduto alla destra del padre, a cui guardare durante il millennio, con conoscenza e speranza e fede? ; se abbiamo fede in Gesù solo in quanto morto e non resuscitato, nel senso ampio della resurrezione, siamo veramente miseri, dice Paolo.

Non penso che Numeri abbia il termine di croce, come forse hanno alcune traduzioni cattoliche



Questa foto dice tutto la disnonesta' di alcuni traduttori?!


speculator
00martedì 27 agosto 2013 18:47

antoniopelleriti Tenuto conto del contesto mi sembra poco verosimile che lo stauros di Matteo 16:24 fosse qualcosa di piacevole.
Nel v.21 Gesù mostra ai discepoli che doveva andare a Gerusalemme e "soffrire molte cose"

precisamente Mt 16:21-
"Da allora Gesù Cristo cominciò a mostrare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani e dei capi sacerdoti e degli scribi, ed essere ucciso, e il terzo giorno esser destato".

Come puoi notare qui non parla di essere messo al palo, che avrebbe creato ancora più rigetto nei discepoli, ma di essere ucciso e poi essere resuscitato.

Quindi il successivo riferimento al verso 24 ad un palo di tortura che non ha nominato in precedenza, considerandolo un aspetto essenziale, mi pare fuori luogo;

invece mi pare adatto il riferimento a degli ordini specifici da eseguire, come un palo da portare, avendo ciascuno il suo specifico palo da portare su ordine e con le sue modalità, all'incirca come nel caso del cireneo.

Più avanti a sintesi del tutto Gesù afferma

27 Poiché il Figlio dell’uomo è destinato a venire nella gloria del Padre suo con i suoi angeli, e allora ricompenserà ciascuno secondo la sua condotta "; in altri punti dice "darà a ciascuno secondo le sue opere".
Le opere sono principalmente portare il palo simbolico dove come e quando te lo dice Gesù e inoltre seguirlo di continuo.

Al capitolo 10 verso 38, che indica le istruzioni ai discepoli per le città di Israele dove sarebbe presto andato, cioè una situazione per niente dissimile a quella del capitolo 21

Gesù dice : 38 E chi non accetta il suo palo di tortura e non mi segue non è degno di me. E' poco probabile che anche in questo caso si tratti di un palo di tortura simile a quello del Cristo; ma è certo che si tratta di un palo simbolico da accettare e poi portare, che sono l'esecuzione degli ordini di Gesù appena dati.




Quindi in questo contesto mi sembra più che logico credere che Gesù usasse lo stauros come simbolo di sofferenze, vergogna e tortura.

Circa la sofferenza e la tortura Gesù ne ebbe sul palo ma anche prima, ma i suoi discepoli non ne ebbero dbello stesso tipo, anche se ebbero sofferenze e alcuni anche torture;
Circa la vergogna che Gesù disprezzò, non era quella degli altri, perchè ognuno ha abbastanza da guardare a sè stesso, ma la vergogna presso Geoa che avrebbe avuto se si fosse comportato infedelmente.

MT 10:38 E chi non accetta il suo palo di tortura e non mi segue non è degno di me.

Questo contesto del palo di tortura del capitolo 10 mi pare piuttosto prima del contesto del capitolo 16

Mt 16: 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo.
in Mt 27 da 15 in avanti il termine viene tradotto indifferentemente palo o palo di tortura; penso che andrebbe usato un solo termine per tradurre lo stesso concetto.
speculator
00martedì 27 agosto 2013 18:55
Aggiungo che sia che si tratti di un palo singolo, o di una croce latina, o di una croce cattolica o di una croce ortodossa è poco rilevante poichè il punto centrale è di portare qualsiasi cosa si tratti su ordine di Gesù fino al luogo e momento da lui stabilito,
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