antoniopelleriti Tenuto conto del contesto mi sembra poco verosimile che lo stauros di Matteo 16:24 fosse qualcosa di piacevole.
Nel v.21 Gesù mostra ai discepoli che doveva andare a Gerusalemme e "soffrire molte cose"
precisamente Mt 16:21-
"Da allora Gesù Cristo cominciò a mostrare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani e dei capi sacerdoti e degli scribi, ed essere ucciso, e il terzo giorno esser destato".
Come puoi notare qui non parla di essere messo al palo, che avrebbe creato ancora più rigetto nei discepoli, ma di essere ucciso e poi essere resuscitato.
Quindi il successivo riferimento al verso 24 ad un palo di tortura che non ha nominato in precedenza, considerandolo un aspetto essenziale, mi pare fuori luogo;
invece mi pare adatto il riferimento a degli ordini specifici da eseguire, come un palo da portare, avendo ciascuno il suo specifico palo da portare su ordine e con le sue modalità, all'incirca come nel caso del cireneo.
Più avanti a sintesi del tutto Gesù afferma
27 Poiché il Figlio dell’uomo è destinato a venire nella gloria del Padre suo con i suoi angeli, e allora ricompenserà ciascuno secondo la sua condotta "; in altri punti dice "darà a ciascuno secondo le sue opere".
Le opere sono principalmente portare il palo simbolico dove come e quando te lo dice Gesù e inoltre seguirlo di continuo.
Al capitolo 10 verso 38, che indica le istruzioni ai discepoli per le città di Israele dove sarebbe presto andato, cioè una situazione per niente dissimile a quella del capitolo 21
Gesù dice : 38 E chi non accetta il suo palo di tortura e non mi segue non è degno di me. E' poco probabile che anche in questo caso si tratti di un palo di tortura simile a quello del Cristo; ma è certo che si tratta di un palo simbolico da accettare e poi portare, che sono l'esecuzione degli ordini di Gesù appena dati.
Quindi in questo contesto mi sembra più che logico credere che Gesù usasse lo stauros come simbolo di sofferenze, vergogna e tortura.
Circa la sofferenza e la tortura Gesù ne ebbe sul palo ma anche prima, ma i suoi discepoli non ne ebbero dbello stesso tipo, anche se ebbero sofferenze e alcuni anche torture;
Circa la vergogna che Gesù disprezzò, non era quella degli altri, perchè ognuno ha abbastanza da guardare a sè stesso, ma la vergogna presso Geoa che avrebbe avuto se si fosse comportato infedelmente.
MT 10:38 E chi non accetta il suo palo di tortura e non mi segue non è degno di me.
Questo contesto del palo di tortura del capitolo 10 mi pare piuttosto prima del contesto del capitolo 16
Mt 16: 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo.
in Mt 27 da 15 in avanti il termine viene tradotto indifferentemente palo o palo di tortura; penso che andrebbe usato un solo termine per tradurre lo stesso concetto.