mariusko
00giovedì 21 luglio 2005 09:45
Il titolo di questo topic e' riferito ad un brano, "The road to you", di Pat Metheny, un chitarrista di cui probabilmente avrete sentito parlare.
Se incontrerete una persona che ha ascoltato qualche suo disco o ha visto qualche suo concerto, molto difficilmente vi dira' "mi piace un po', ma non molto".
Il numero dei suoi estimatori potra' essere limitato. Ma sono quasi tutti entusiasti e realmente felici di aver avuto il piacere di conoscere un artista cosi' intenso e vulcanico.
Il motivo di quello che apparentemente sembra fanatismo e' da ricercarsi nella sua persona. Pat, oltre ad essere un compositore di altissimo livello, e' un uomo estremamente modesto e versatile. L'entusiasmo, la semplicita' e la voglia di vivere che lo pervade e' contagiosa e si riflette nella sua musica e nella sua band. La sua apertura, il suo schietto entusiasmo, la solarita' della sua musica, la scanzonata voglia di stupire ed emozionare sono caratteristiche insolite per un jazzista, perche di jazz si tratta.
Ma venato di mille contaminazioni, dal rock alla world music, dalla new age alla classica contemporanea, dal blues alla musica caraibica, senza mai perdere una precisa e sempre facilmente identificabile identita'.
Fatte le dovute distinzioni, credo di poter accostare il suo genio musicale a quello di un grande della musica: Mozart.
Patrick Bruce Metheny e' nato il 12 Agosto 1954 nel Missouri a Lee's Summit, un sobborgo rurale di Kansas City. Suo nonno aveva costruito la prima casa del paese. I genitori di Pat erano grandi collezionisti di musica classica. La mamma di Pat gli faceva ascoltare la musica classica quando era neonato e Mrs. Metheny racconta che Pat smetteva immediatamente di piangere.
Pat inizio' a studiare gli strumenti a fiato quando aveva 7 anni. Ma alcuni anni dopo, ascoltando i dischi dei Beatles, decise che voleva essere un chitarrista. Raggiunse subito un livello invidiabile tanto che, appena iscrittosi al college, gli venne offerto un posto di insegnante di chitarra. A 19 anni gli venne offerta una cattedra alla Boston's Berklee College of Music. Era un grande appassionato di jazz ed in particolare di Wes Montgomery.
Gary Burton e' considerato uno dei migliori jazzisti viventi: racconta che una volta, ad un festival in una sperduta localita' del Missouri, Wichita, si trovo tra i piedi chissa come, mentre era nel backstage, questo ragazzino dalla chioma enorme (tipo Caparezza) che gli chiese di suonare un po' con lui. Gary cerco di liberarsene ma non ci riusci'. Dovette ricredersi al punto tale che Pat, a soli 20 anni, divenne il piu' giovane musicista della band di Gary Burton.
Pat era entrato nel mondo del grande Jazz dalla porta principale. Molti musicisti, fra cui Ornette Coleman, lo notano subito. Il gia' famosissimo Jaco Pastorius appare in tutte le tracce del suo primo disco, lo splendido "Bright size life". Tuttavia Pat e' persona schiva, vuole maturare un suo stile. Inizia ad incidere con una piccolissima etichetta europea, la ECM, ed incide ad Oslo, in un gelido clima, Watercolors, un disco difficile, ma bello come la banchisa polare, sui colori dell'acqua (pioggia, neve, giaccio etc.) un disco quasi new wave.
Nel frattempo incontra un altro straordinario musicista, Lyle Mays. Il tastierista diventera' il suo alter ego, avendo in comune un affinita' nel sentire, e lo affianchera' spesso nella composizione, essendo i due complementari l'uno all'altro. Durante il suo periodo di permanenza all'ECM (divenuta etichetta di culto per il jazz e la musica contemporanea), Metheny è apparso su numerosi album, sia in versione solistica che con il suo Pat Metheny Group. Ed è proprio grazie alle notevoli vendite dell'album omonimo "The Pat Metheny Group", appunto (inciso nel 1978), che raggiunge lo status di stella riconosciuta della musica.
Poi, insieme con un team di superstar del jazz quali Dewey Redman, Michael Brecker, Charlie Haden e Jack DeJohnette, Metheny incide l'album "80-81" ed intraprende un lungo tour mondiale, conquistandosi tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, un pubblico sempre più vasto.
In seguito, forte della sua insaziabile curiosità, sviluppa esperienze con i più diversi e innovativi personaggi. Un ventaglio di collaborazioni che spaziano dal jazz di stampo tradizionale, come nel caso di Sonny Rollins, all'avanguardia pura come nel controverso "Song X" in duo con il re del "free" Ornette Coleman. Ma sulla ricca e stimolante strada del chitarrista americano troviamo anche Paul Bley, Paul Motian, Hubert Laws, Roy Haynes, Miroslav Vitous, Dave Liebman, Eberhard Weber, Julius Hemphill, Billy Higgins, Milton Nascimento, Herbie Hancock, Steve Reich, Joshua Redman, Bruce Hornsby, John Scofield, Trilok Gurtu e icone della canzone d'autore come Joni Mitchell, Noa, Pino Daniele e David Bowie con cui incide la celebre "This is not America".
Vincitore di quindici Grammy Awards, Pat Metheny è uno dei più importanti musicisti contemporanei. Ha esercitato una concreta influenza sulle nuove generazioni avvicinandole alla chitarra e al jazz. Alla guida del Pat Metheny Group ha firmato alcuni dei più interessanti episodi del jazz moderno. Nelle esperienze solistiche come nelle collaborazioni ha lasciato il marchio del suo stile unico e inconfondibile. Instancabile ricercatore di tecnologie e strumenti, è considerato il più grande interprete della chitarra synth. Ha anche contribuito alla realizzazione di nuovi strumenti acustici, alcuni dei quali entrati nella storia della liuteria.
Pat Metheny e' ormai celebrato nei piu' diversi contesti. Al festival di Sanremo, in una sua apparizione con Rita Marcotulli, riscosse l'ammirazione e gli attestati di stima di tutti gli orchestrali, direttori compresi.
Nei suoi frequenti tour italiani, Pat Metheny ha saputo conquistare molti cuori, facendo nascere e coltivando un legame di simpatia reciproca con gli appassionati del bel paese. La definitiva consacrazione si e' avuta a Roma quando per un suo concerto allo stadio Flaminio sono convenute oltre 40000 persone. Per un musicista jazz e' questo, sicuramente, il record assoluto di presenze....
Forse ho un po' esagerato, ma vi assicuro che potevo continuare per settimane, essendo Pat Metheny uno dei piu' prolifici ed interessanti musicisti, anche se il suo lavoro non e' sempre agevole da approcciare.
Resta solo da consigliarvi qualche album:
Pat Metheny Group
First Circle - 1984
Still Life (Talking) - 1987 (il mio preferito)
Letter From Home - 1989 (magari iniziate da questo, una forza!)
We live here - 1995
Imaginary Day - 1997
Pat Metheny
Secret Story - 1992
The way up - 2005
Pat Metheny - Lyle Mays
As Falls Wichita, So Falls Wichita Falls - 1980
Lyle Mays
Lyle Mays (album che prende il suo nome) - 1986
....bene, se volete, fate sentire la vostra voce
(correzioni comprese) Copyright Mariusko (tranne alcune piccole cosette prese qua e la)
=mz87=
00sabato 6 gennaio 2007 00:58
una chitarra fatta fare da Pat Metheny apposta per lui,ha 42 corde...
altro aneddoto su Pat Metheny,proprio su questa chitarra...
Racconto di Linda Manzer,colei che ha costruito questa chitarra:
Mi guardò (Pat,ndr) con occhi che parevano brillare e sorridendo mi chiese: "Quante corde potresti mettere in una chitarra?"Gli sorrisi dicendogli: "Quante te ne occorrono?"Il risultato di questo colloquio è arrivato circa un anno dopo con la "Pikasso Guitar".
E' senz'altro il "capolavoro" di Linda Manzer,una delle più grandi opere di liuteria di tutti i tempi.
Le corde sono divise in quattro set.C'è una sezione a sei corde,che è costruita con le caratteristiche ed i tasti della Gibson 175 di Pat.La seconda sezione è a 12 corde,formata da una piccola arpa,una sezione a 12 corde simpatetica,che può essere accordata in qualsiasi chord o scala,più un'altra sezione sempre a 12 corde,particolarmente adatta alle note basse e a quelle molto alte.Le buche presenti sono due,più due sportellini per accedere all'interno,ci sono poi 5 pick up acustici ed un pick up esafonico sulla sezione a sei corde,dando alla chitarra la possibilità di collegamento e piena utilizzazione con il Synclavier,compreso quindi il campionatore.Il controllo del pick up esafonico è montato fuori dalla chitarra in un alloggiamento separato.La parte elettronica ha richiesto molto tempo per poterla adattare alle esigenze di Pat,ma è riuscita molto bene grazie al lavoro di Mark Herbert,un tecnico di Boston.
Due alloggi metallici sono montati nell'interno del corpo al fine di poterla montare su uno stand in piedi.Il corpo è leggermente cuneiforme (wedge shaped).I bordi sono di 7,5 cm di spessore sulla parte bassa e 10 cm di spessore sul treble,affinchè il top della chitarra sia di un angolo maggiormente visibile.Ogni pick up ha il volume e l'interruttore di accensione,ci sono poi i controlli master bass e treble sul pannello posto sulla parte più alta di fonte a chi suona.Sul top della chitarra c'è un master volume control.I legni utilizzati sono i medesimi delle altre chitarer,palissandro,indiano,abete tedesco,mogano sud-americano,tastiera in ebano e rinforzi in palissandro.
Fonte:biografia di Pat Metheny
Questa incredibile chitarra può essere sentita in "Into the dream" e negli album Quartet, Imaginary Day, Jim Hall & Pat Metheny, and Trio->Live e può essere vista nei dvd Speaking of Now Live and Imaginary Day
Oppure date un'occhiata qui:
http://www.youtube.com/watch?v=kq9EmRF9pFA
Un gioiello unico al mondo...
Più di questo non potevo dirvi