Progetti per Piccapietra

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euge1893
00giovedì 17 aprile 2008 17:21
da www.ilsecoloxix.it

Palazzo di vetro per Costa Crociere

Nuova sede in Piazza Piccapietra






Un edificio in vetro trasparente, con giardini pensili e cascate d’acqua, sarà il nuovo quartiere generale di Costa Crociere, nel cuore di Genova, in zona Piccapietra.

Il progetto, di cui è supervisore e direttore artistico l’architetto Marcello Albini, prevede la ristrutturazione del palazzo ex Amiu, acquistato da Costa Crociere, e il suo collegamento con i due spazi adiacenti già occupati dall’azienda in via XII Ottobre, nella torre San Camillo e nell’area ex Coin.

Il vetro, utilizzato nei primi due piani del nuovo palazzo per realizzare vele decorative, nei piani superiori costituirà una gigantesca teca che si colorerà, grazie a un sistema di illuminazione a led, nelle tonalità del blu. Realizzato in grandi lastre, coprirà una superficie totale di 2.600 metri quadri. Le pareti vitree saranno montate a circa 30 cm di distanza da quelle dell’edificio, formando un’intercapedine che permetterà di ridurre le escursioni termiche tra esterno e interno.

Sulla sommità della copertura in vetro campeggerà il logo Costa, una grande C girevole composta da più di 7mila led che illuminerà la notte come un faro. Il palazzo utilizzerà esclusivamente energia elettrica, azzerando la produzione di anidride carbonica in sito. Nel nuovo complesso sono previsti 650 posti lavoro (550 quelli attuali).

Il potenziamento del quartiere generale accompagna l’ampliamento delle attività della compagnia. Nel 2006 Costa Crociere ha portato in vacanza a bordo delle sue navi 880.000 ospiti totali, nel 2007 1.100.000, per il 2010 si prevede di raggiungere quota 1,5 milioni.

Da record i tempi di approvazione del progetto in Comune: maggio - settembre 2006. Amiu ha lasciato l’edificio nel novembre 2007, in seguito a complesse trattative, i lavori preliminari di accertamento sono già iniziati, gli altri partiranno nei prossimi giorni. La realizzazione del progetto è prevista nel 2009. L’azienda non ha voluto comunicare l’entità degli investimenti.
euge1893
00giovedì 17 aprile 2008 18:57
da www.ilsecoloxix.it
30 gennaio 2008
Cancelli contro il degrado
Daniele Grillo

La galleria tagliata fuori dal centro, dal via vai di chi acquista, dal cuore dello struscio, ha scelto la strada più drastica per troncare le cattive abitudini e difendersi da clochard e tossicodipendenti in cerca di un riparo: tre robusti cancelli, ai due ingressi di galleria Errico Martino e a metà del corridoio che la congiunge con i fondi della galleria parallela, verranno posizionati a breve per preservare, nelle ore notturne, quel che è rimasto del commercio tra via XII Ottobre e Corvetto. Si tratta del primo caso, in pieno centro, di una soluzione di questo tipo.



«Li finanzieremo noi, ma chiederemo anche la partecipazione dei condomini - dicono i commercianti». Riccardo Marianini, titolare del Guscio, nuovo ristorante affacciato su piazza Corvetto, ha assicurato che per il cancello vicino al suo locale provvederà autonomamente. «Costa sui 5.000 euro, ma a questo punto è diventato una soluzione irrinunciabile - spiega Marianini sulle scale che aprono, a nord, l’accesso alla galleria - qui, la notte, è territorio di senza tetto e sbandati, che cercano un luogo dove dormire. Ho “adottato” due aiuole, quelle davanti al mio ristorante, le ripulisco ogni giorno da siringhe e spazzatura. Il nostro, noi commercianti, lo facciamo. Però ci vuole uno sforzo del Comune per far sì che al nostro impegno seguano progetti, anche urbanistici, in grado di far tornare la gente qui». Per le altre due inferriate, che dovranno coprire un’altezza di diversi metri e chiudere completamente l’accesso ai fondi, si autotasseranno gli altri commercianti. A chiuderli e a riaprirli, si pensa, provvederanno gli addetti della vigilanza privata.

Ieri i titolari delle attività - sono 12 i negozi rimasti nella galleria Errico Martino - hanno incontrato il presidente del Municipio Centro Est Aldo Siri, presentatosi in mattinata in vece del sindaco Marta Vincenzi. Assieme a Siri sono arrivati un vigile urbano della sezione Portoria, alcuni tecnici degli uffici comunali e di Amt.

Sistemazione accesso nord e sud, implementazione dell’illuminazione pubblica, rinnovo dell’estetica urbana, attraversamenti pedonali da rinnovare e trasporto pubblico da rivedere. Sono questi i punti della ricetta proposta dai negozianti per tentare un recupero dell’area.

Loro, nonostante i problemi ad andare avanti in un “salotto commerciale” semivuoto di vetrine e lontanissimo dallo splendore degli anni ‘80- ‘90, non mollano e sono disposti a prendere in mano la situazione almeno per tentare di sopravvivere. Se dall’amministrazione non arrivano segnali di rilancio, di rinnovamento, di amore verso questa galleria dimenticata, saranno i “reduci” del commercio tra Piccapietra e Corvetto a prendere in mano la situazione. Il presente, purtroppo, parla di sostanziale abbandono e triste degrado. E di un gruppo (anche un paio di famiglie) di venti senza tetto che hanno eletto l’area a propria dimora per la notte. «Ho perso diversi clienti perché non si fidano più a frequentare questo posto - racconta Anna Mastropasqua, titolare assieme al marito di una lavanderia attigua agli ex locali dell’Aci (oggi trasferitisi alla Foce) - spesso, quando apro, c’è ancora un barbone che dorme davanti alla vetrina. E poi lottiamo contro urina sui muri, odori, sporcizia e siringhe. Già, perché purtroppo ci sono anche queste, sul percorso di chi si avventura qui».

Gianfranco Campanella, il tabaccaio della zona, ha radunato ieri un po’ tutti i colleghi. «Da tempo abbiamo avviato col sindaco e l’assessore Tiezzi un discorso di recupero della zona - dice - i cancelli, è chiaro, sono l’intervento di minore utilità. Qui servono politiche vere, serve rilancio e il rilancio lo si fa solo attraverso un restyling della galleria e pochi mirati interventi che consentano un ritorno del passaggio».

Siri ieri ha assicurato collaborazione, se non da un punto di vista economico - «non faccio promesse, perché il bilancio è quello che è» - da un punto di vista di vicinanza e di collegamento con gli uffici comunali competenti. «Mi sento comunque di plaudere all’iniziativa di privati come voi che hanno scelto di provvedere essi stessi all’installazione di cancelli che purtroppo non saremmo in grado di aiutarvi a sistemare», ha detto ieri il presidente del Municipio ai commercianti.

Dalla giunta comunale, di fronte al problema delle vetrine costrette a chiudersi dietro sbarre e cancelli, le reazioni sono contrastanti. L’assessore alla Città sicura, Francesco Scidone: «Non sono tra quelli che sostengono che mettere un cancello sia una sconfitta per chi amministra - sostiene - anzi, ne metteremo uno anche nel passaggio tra piazza Ortiz e i giardini di Plastica, dove i dipendenti dell’Inail lamentano da tempo che non riescono più ad accedere ai propri locali di lavoro a causa della presenza di tossicodipendenti e sbandati. Certo, a questa iniziativa deve seguire un recupero della zona. Alla fine del quale, è evidente, i cancelli possono essere eliminati. Problemi come questo si verificano spesso e volentieri nei pressi delle strutture create con un ottica sballata negli anni ‘60 e ‘70, quando non si pensava che un’area adibita a servizi dovesse vivere sia di giorno che di notte».

L’assessore al Commercio Gianfranco Tiezzi: «Credo che il cancello sia la soluzione da adottare come ultima ratio. Il problema di via XII Ottobre è che non è più una zona centrale, è stata un po’ tagliata fuori dal circuito dello shopping anche a causa della crisi degli ultimi anni che ha ridotto il tessuto commerciale». «Credo - continua Tiezzi - che occorra procedere sulla strada del recupero di questa parte di Genova partendo dal progetto proposto da Andrea Bruni per il recupero di piazza Piccapietra. Lo stiamo riprendendo in considerazione, potrebbe essere il volano del recupero di tutto il commercio attorno a Galleria Mazzini, largo Lanfranco e, appunto, via XII Ottobre».

Ci sono altri cancelli, a chiudere le vie di Genova. In salita Santa Brigida e in salita Famagosta. «Provate a chiedere ai residenti di toglierli - dice Scidone - purtroppo in alcuni luoghi è l’unica soluzione a frequentazioni poco gradite. Preservare la sicurezza di chi abita o lavora in aree a rischio, dunque, non è una sconfitta». Se non una sconfitta, nel caso della centralissima via XII Ottobre, è se non altro un motivo per riflettere.
euge1893
00giovedì 17 aprile 2008 19:03
da www.ilgiornale.it del 3.8.2006 (due anni fa!)
Costa tinge di blu mare Piccapietra

Francesco Gambaro



Il primo tassello della piazza Piccapietra del futuro è un enorme cubo luminoso, alto circa tre metri, che tra un paio d'anni rifascerà la cima del vecchio palazzo Costa, proiettandolo in una dimensione avveniristica. Un luogo di svago, d'incontro, di passaggio nel cuore della città. Un intero edificio colorato di azzurro e di blu. Dove troveranno posto gli uffici e i magazzini della compagnia crocieristica, leader in Europa e Sudamerica. Ecco come potrebbe presentarsi nel 2008 piazza «Piccapria», come la chiamano i negozianti e gli operatori commerciali, che da qualche mese si sono riuniti in consorzio per dare nuova linfa alla «loro» piazza. Esiste già il progetto di ricoprirla in vetro in tutti i suoi 2.500 metri quadrati, dove avranno luogo mostre e concerti e chissà cosa altro ancora.
I progetti sono ambiziosi. Il consorzio «Piccapria» ne ha già formalmente parlato con la giunta comunale. «Ora stipuleremo una convenzione con Tursi -anticipa Andrea Bruni di «Berti» - per ottenere una concessione sull'intera piazza». Nove negozianti si sono autotassati, ma ci vorrà un milione e mezzo di euro (almeno) per rifare completamente il look alla Piccadilly Circus genovese. E un robusto contributo in questo senso dovrebbe arrivare da Costa crociere. Che ieri ha illustrato, con dovizia di particolari, il suo progetto di ampliamento della sede in centro città. Dalla ristrutturazione dell'attuale palazzo Amiu di piazza Piccapietra 43 - da poco acquistato - al successivo collegamento con i due edifici già occupati dalla società crocieristica nella torre San Camillo (via XII ottobre 2) e nell'area «ex Coin» in via XII ottobre 4. Così i tre blocchi verranno praticamente inglobati da una gigantesca scatola di vetro, che avvolgerà l'intero palazzo Costa. L'area occupata dalla sede centrale dell'azienda passerà dagli attuali 7 mila metri quadrati (che includono anche la sede di via De Marini) a circa 10 mila metri quadrati. «La scelta di ampliarci a Genova - spiega il direttore generale Gianni Onorato - è dettata dal desiderio di ribadire ulteriormente il radicamento della nostra compagnia in città e dalla necessità di aumentare gli spazi a disposizione». Entro il 2008 le persone impiegate da Costa dovrebbero passare dalle attuali 500 a 650, con un indotto occupazionale per la città non trascurabile. Lo sottolinea anche Mario Margini, assessore allo sviluppo economico del Comune: «L'iter autorizzativo del progetto è ben avviato. Proprio oggi (ieri per chi legge n.d.r.) è arrivata l'approvazione della commissione edilizia. Entro settembre tutto il percorso amministrativo sarà concluso. Genova conferma così un ruolo fondamentale nel sistema crocieristico, dando una risposta positiva ai problemi occupazionali della città». Il disegno della nuova area di Costa Crociere (e l'integrazione dei tre blocchi) è stato affidato all'architetto Marcello Albini, che aveva già firmato insieme alla collega Emanuela Venturini, il «C dream», il lounde bar aperto nel 2004, al posto di Coin.
lordtiranus
00giovedì 17 aprile 2008 19:11
Re:
euge1893, 17/04/2008 17.21:


Sulla sommità della copertura in vetro campeggerà il logo Costa, una grande C girevole composta da più di 7mila led che illuminerà la notte come un faro.



Che pacchianata! [SM=g11770]


lordtiranus
00martedì 12 agosto 2008 12:25
Nuovo articolo sul SecoloXIX per Piccapietra:

Via alla realizzazione del milionario cantiere del nuovo palazzo di Costa Crociere, due anni di passione per cambiare completamente volto alla sede dell’azienda e agli acquisiti spazi degli ex uffici Amiu. E sembra essere arrivato a una piccola svolta - la prima veramente operativa - anche il progetto del consorzio tra imprese Piccapria per ricoprire con una struttura di vetro l’intera superficie di piazza Piccapietra.

Una ricostruzione della copertura della piazza

Nella piazza dove nulla cambia, dove non passi se non per necessità, quella progettata solo per gli uffici, qualcosa finalmente si muove. Il primo tassello, appunto, è il palazzo di Costa Crociere. Da qualche giorno sono presenti, su via XII Ottobre, i primi segnali dell’arrivo del cantiere che dovrà sventrare, ma senza effettuare alcuna demolizione sui prospetti esistenti - il palazzo sul quale è previsto il restyling. «Le fasi di pre-cantierizzazione e occupazione del suolo sono iniziate, ora i lavori sono stati interrotti per Ferragosto - spiega Fabrizia Greppi di Costa Crociere - dal 18 agosto il cantiere verrà riaperto e inizierà la prima fase dell’intervento, quello per la creazione dei nuovi impianti». Gli impianti verranno realizzati “a vista” sul tetto del nuovo stabile, interamente ricoperto di vetro. Sempre nelle prossime settimane verrà definito il progetto definitivo degli interni. Il cronoprogramma dei lavori prevede poi che, a partire da settembre, si proceda allo smantellamento dei due piani “ex Amiu”. Nella primavera 2009 le facciate verranno ricoperte di vetro e verrà realizzata la piazza coperta, anch’essa interamente trasparente. Nell’ultima fase (il termine dei lavori è previsto per l’inizio del 2010) si passerà al completamento degli interni e ai lavori di rifinitura sulle superifici fuori, una fase che vedrà il coinvolgimento di alcuni writers spagnoli, di scultori di fama internazionale e del patrimonio storico del gruppo crocieristico, che verrà esposto negli interni del palazzo. «La decisione sui materiali, sugli elementi interni e su altri particolari verranno decisi solo all’ultimo - dice Marcello Albini, architetto che ha già firmato il “C dream”, loungebar che Costa ha aperto nel 2004 - questo palazzo è stato progettato ormai diverso tempo fa, la scelta di alcuni materiali è stata posticipata per il motivo che si voleva un risultato veramente all’avanguardia». La novità architettonica di questo edificio - che sarà visibile a distanza anche e soprattutto per la grande, girevole e luminosa “C” (composta da 7 mila led) che svetterà sull copertura - è che sarà uno dei primi palazzi italiani a “emissione zero in sito” di anidride carbonica, ed uno dei primi ad utilizzare un’avveniristica copertura in vetro a lastre di grandi dimensioni, che coprirà una superficie di 1.500 metri quadrati. Altro elemento saliente è rappresentato da una piazza coperta, al terzo piano, che ospiterà una scultura creata per Costa Crociere dall’artista Jacopo Foggini, ma anche opere d’arte della collezione privata Costa: sculture, arazzi e pannelli provenienti dalle navi della flotta. Le terrazze, poi, si caratterizzeranno per l’utilizzo del verde, che darà vita a veri e propri giardini pensili, e per una parete esterna su cui scivolerà una cascata d’acqua. Sono centinaia, le postazioni di lavoro previste nel nuovo complesso (assieme alla sede di via De Marini gli occupati nei due centri saranno 650 ). L’edificio ospiterà soltanto uffici dell’azienda, e al piano strada non è previsto l’inserimento di alcuna attività commerciale: ci sarà il bar inaugurato nel 2004 e la nuova reception.

Accanto alla rinascita di questa parte della piazza, c’è il progetto di Andrea Bruni per la copertura dell’intera superficie dello slargo, un’idea uscita fuori diversi anni fa che sembra arrivare a una fase più concreta: a fine agosto si inizierà a eseguire una serie di carotaggi sul perimetro della piazza per capire se ci sia o meno la profondità necessaria per ancorare i tiranti della struttura in vetro che secondo il progetto dovrà ricoprire la piazza nella sua interezza. Bruni è a capo del consorzio Piccapria, formato da nove imprenditori commerciali della zona (tra i quali Berti, Ristorante Europa, Bar di Galleria Mazzini, Studio 51).

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