MORGANA
Una domenica al mese mi reco a Pontassieve,a trovare la mia nipotina,Morgana.
Lei è la figlia di mia sorella Lisa,ha 6 anni ed è curiosa,iperattiva come tutti i bambini di quell’età e ha un faccino al quale non riesco mai a dir di no.
Lisa era sposata con Hans,un simpaticissimo bancario originario di Berlino con cui abitava in un cascinale immerso tra le colline,in un posto meraviglioso e rilassante.Andare a trovarli era un appuntamento al quale non sarei mai mancato.
Appena scesi dalla macchina,Morgana mi corse incontro e mi saltò in braccio,come faceva tutte le volte che la andavo a trovare.
-”Ciao,zioooooo!”-
-”Ciao,piccolina!Di quanti centimetri sei cresciuta dall’ultima volta?”-
-”Tantissimissimi.Tra un po’ diventerò più gigante di te.”-
-”Arrivi giusto in tempo”- disse mia sorella uscendo sul patio seguita da Hans -”Tra poco si mangia.Morgana vai a lavarti le manine,da brava.”-
La piccola saltò giù e corse verso il bagno,agitando allegramente i suoi riccioli lunghi e neri.
-”Come stai?”- disse Hans con quell’accento tedesco che non aveva mai perso nonostante vivesse in Italia da 8 anni.
-”Tutto bene.Il lavoro mi impegna un po’,ma nonostante tutto non mi lamento.E tu?”-
-”Bene.Io sono in vacanza per prossimi tre mesi.Vieni,Lisa ha fatto bruschette con salsa toscana che ti piacciono tanto.”-
Mangiammo all’aria aperta nel vasto cortile di fronte a casa.Il panorama mi lasciava sempre senza fiato;non c’era un’abitazione nel raggio di chilometri e la nostra cascina era circondata dalle colline sinuose e immersa nella vegetazione.
Parlammo serenamente del più e del meno,godendoci il pomeriggio di sole,poi dopo il caffè,Morgana mi prese per mano e mi fece uno sguardo tutto eccitato.
-”Zio,vuoi vedere il mio disegno?”-
-”Ma certo che sì,piccola.Non vedo l’ora.”-
Corse dentro casa tutta contenta e poi tornò sorridente portando con se un foglio di carta.
Aveva disegnato un arcobaleno.Sorrisi osservando le linee larghe e curve di colore che attraversavano il foglio da un’estremità all’altra.In basso aveva scritto il suo nome usando per ogni lettera un colore differente.
Mi venne in mente che anche io,quando avevo circa la sua età,adoravo disegnare gli arcobaleni.Ripensai al curioso fatto che i miei avevano sei colori invece di sette.Penso che fosse dovuto al fatto che difficilmente si trovava l’indaco tra i colori standard,ma in fondo non avevo mai amato particolarmente quello che consideravo una specie di viola stinto.
-”Ti piace,zio?”- mi chiese Morgana.
-”E’ bellissimo,piccolina.Sei davvero stata bravissima.”-
Lei in risposta mi fece un sorriso luminoso che mi scaldò letteralmente il cuore.
Dopo il suo sonnellino pomeridiano,portai Morgana a fare una passeggiata tra i boschi che circondavano la cascina.Correva davanti a me,indicandomi il sentiero e le deviazioni come una piccola guida turistica.
-”Zio?”- mi disse ad un certo punto -”Ma tu ci credi ai folletti?”-
-”I folletti,eh?Come mai me lo chiedi?”-
-”Io mi sa che ne ho visto uno.”- mi disse a bassa voce come se qualcuno la potesse sentire.
-”Davvero?”-
-”Cioè visto visto,proprio no.”- rispose seria -”Ma un giorno mi è sembrato di sentire una musica e quando mi sono girata per vedere da dove veniva,ho visto qualcosa che si muoveva dietro agli alberi.Io credo che era un folletto.”-
Ebbi un ricordo vivido di Laura,la ragazza che conobbi quando ero bambino e che mi portava a passeggiare per i boschi,proprio come facevo io con Morgana.
Ricordo quando mi diceva che in un bosco non c’erano solo fiori,alberi e farfalle,ma che c’era qualcosa di più.Non sapevo se si riferisse proprio a gnomi,fate e folletti,ma mi piaceva un sacco crederlo.
-”Sai,Morgana?Ora ti dico un segreto”- le sussurrai -”Io ci credo ai folletti,anche se è difficilissimo vederli.Fanno parte del bosco come le piante,i fiori e gli animali,e può darsi che quello che hai visto fosse proprio uno di loro.Sei stata fortunata.”-
-”Però non diciamolo a nessuno,zio..altrimenti tutti i bambini verranno qui per vederlo e magari lui si spaventa.”
Le sorrisi con sguardo complice prendendola per mano.
Quella sera,mentre tornavo a Firenze,ripensai a quella giornata passata con Morgana.Era stata serena e rilassante e mi aveva fatto tornare in mente frammenti del mio passato.Erano ricordi a cui non pensavo da tempo,ma li avevo trovati piacevoli.
Tornavo verso casa con il cuore leggero e un sorriso stampato sul viso.