mamma...
Bello questo spunto delle donne e degli elfi. Mi pare molto….utile! Eh si, perché si leggono tra le righe dei post molti indizi di come veramente intendiamo certe cose che ci stanno a cuore. E’ un ottimo terreno di confronto per conoscersi, per cercare punti di vista stimolanti.
Così, senza rifletterci troppo, vorrei buttare nella mischia un’osservazione. Tutti, bene o male, abbiamo parlato delle caratteristiche femminili di sensibilità, della ricerca del compagno come completamento, del lato femminile degli uomini come più o meno attraente per certe donne. Alla fine, tutto ci riconduceva all’assunto di partenza: la sensibilità. Con tutte le sfumature del caso, abbiamo visto che è diversa. Ma cosa la rende diversa? Io vi invito a considerare la “maternità” come fattore determinate.
Per quanto sensibile, adorabile, delicato, “”””””femmineo”””””” possa essere il cuore di un uomo, tutto potrà accadergli meno che di avere una gravidanza (è più probabile che riesca a viaggiare nel tempo o ad usare la Forza dei Jedi). Questo traccia una linea netta tra uomo e donna. Anche la paternità, per quanto sentita, non può essere la stessa cosa. L’orientamento maschile verso questo lato del mondo femminile può essere forse ciò che una donna vuole vedere, per giudicare quali possano diventare i suoi sentimenti.
Nelle opere di Tolkien, la maternità è comunque vissuta come un atto assai speciale, quasi magico. Più è nobile la stirpe, meno sarà prolifica. Gli hobbit partono come parametro di normalità, verso il basso gli orchetti si riproducono come ratti o insetti, verso l’alto i dunedain sono sempre meno fertili, specie con il passare dei secoli e l’indebolirsi del sangue. Fino agli elfi, dove una nascita avviene ogni “era”. Pensate a Celeborn e Galadriel, che in 12000 anni di matrimonio hanno avuto solo una figlia, Celebrian. Feanor (con i suoi 7 figli) fa eccezione, ma lui stesso è costato la vita a sua madre, tanta è l’energia che ha dovuto / voluto trasfondere in suo figlio.
I personaggi della Terra di Mezzo si distinguono dunque, per un certo aspetto, in base alla sacralità di cui investono una nuova nascita, e non tanto in base alla razza o alla stirpe. Ed ecco che le “donne di Tolkien” cercheranno via via dei compagni più puri possibile, nel cuore e nello spirito, come padri dei loro figli. La purezza è una cosa spirituale, eterea, impalpabile. Non può essere trasmessa visivamente da uno scrittore se ad incarnarla è, che ne so, Grimbeorn. Per rendere il messaggio più digeribile è quindi facile che uomini e donne, accomunati da una purezza che trasmetteranno al loro erede, si assomiglino anche fisicamente, sfumendo i lineamenti, snellendo le corporature, abbellendone i tratti ed i lineamenti, ed addolcendone il carattere.
Ok, troppo prolisso
, come al solito. Mumak, stavolta a che riga ti ho fatto addormentare???
Cheers,
Ossian.