Gli stessi criteri che usò la chiesa primitiva,
Quale chiesa primitiva? Cosa intendi? Non certo quella del I sec., bensì l’ultra apostata del IV. Lo ripeto: questo canone (da ora abbreviato
can.) non esiste prima del IV sec.
E non solo non esiste prima del IV sec., ma per di più è nello specifico il can. della Chiesa Cattolica (da ora CC) che voi ritenete apostata. Perciò la domanda è: perché tra i vari canoni allora circolanti, e ancora oggi circolanti, voi vi rifate al can. neotestamentario della CC del IV sec.? Se puoi produrre attestazione, anteriore al IV sec., dell’accettazione come canonica di tutti e soli i 27 libri neotestamentari che oggi compongono il can., e per di più fuori dalla corrente della Grande Chiesa, allora forse potrai dire che non ti rifai ad un can. cattolico. Fino ad allora, certamente ti rifarai ad un can. cattolico.
Se la tua strategia difensiva volesse essere invece che voi, indipendente dalla CC, sareste giunti dopo attento vaglio e valutazione di tutti i libri ad avere guarda caso la stessa lista dei testi selezionati dalla Grande Chiesa, allora sorgerebbero altre obiezioni. La I è che questa spiegazione non è storicamente fondata: nessun gruppo dirigente dei TdG s’è mai messo a vagliare gli ottanta e più apocrifi in circolazione per poi, dopo la setacciatura, scoprire miracolosamente che gli stessi 27 scelti dai cattolici nel IV sec. erano gli stessi risultati come migliori alla fine della vostra indagine. Questo processo non è mai avvenuto: i TdG si sono semplicemente limitati a ricevere, senza farsi problemi, il can. neotestamentario cattolico, mutuandolo dai protestanti.
Altre obiezioni: se non vi basate sul can. cattolico, bensì su una vostra persona valutazione di quali sarebbero i libri canonici, che poi miracolosamente e per puro caso coinciderebbero col risultato dei 4 sec. di dibattito cattolici, allora ipso facto il can. dei TdG si baserebbe sui TdG, così come avviene per la CC. Il problema è che la CC non è incoerente in questo, perché si proclama infallibile, e dunque non è contraddittorio con le proprie premesse di poter validare infallibilmente una lista di testi. Al contrario il CD non si ritiene infallibile, e dunque, se la scelta dei libri canonici dovesse dipendere da una valutazione del CD fatta in epoca contemporanea sulla base dei dati storici, essa sarebbe immancabilmente
fallibile e perfettibile: umana.
È poi falso che voi abbiate adottato nella scelta dei libri canonici i criteri della Chiesa antica, e non solo perché non avete mai fatto la scelta di cui parlate, bensì avete pedissequamente ricevuto il can. protestante, ma anche e soprattutto perché tra i criteri antichi c’è quello dell’ecclesialità di un libro. I criteri della Chiesa primitiva furono tre: apostolicità, cattolicità (i.e. universalità), e conformità con l’insegnamento ecclesiale. Vale a dire, soprattutto in merito a quest’ultimo punto, che le varie Chiese valutavano quali libri considerare canonici o meno in base ad una conformità con la dottrina che già professavano. Questo è ovvio, e lo si può vedere all’opera in tutte le controversie sul can. nei primi 4 sec.: i padri della Chiesa sponsorizzavano questo o quel libro, rigettavano questo o quel libro, a seconda che esso si accordasse o meno con quello che già credevano, un po’ come del resto fece Lutero che rigettò Gc perché distruggeva la sua teoria della giustificazione per Sola Fide. Infatti mi sembra che le tue osservazioni siano un tantino platoniche, cioè che postulino un can. che esiste già da qualche parte in un reame iperuranico, e che tu ti sia invece completamente dimenticato degli autori storici (questi sì documentabili!) della vicenda del can., cioè gli uomini che han battagliato.
Ma veniamo ai 3 criteri della Grande Chiesa: 1)Sull’apostolicità, credo che siamo d’accordo. Niente da dire. 2)Il II criterio è quello del consenso ecclesiale: vale a dire che, siccome nelle varie chiese si tramandava la tradizione apostolica, allora più chiese accettavano un determinato libro, e più prova c’era che esso era conforme all’insegnamento apostolico. Agostino esemplifica:
(De Doct. Christ. 8,12)
Quando scrivi che la Chiesa è “testimone” del can., dici giusto, ma la tua frase diventa insensata nel mondo in cui dai a quella stessa chiesa dell’apostata, e ti rifai ad una sua testimonianza a caso (quella del can.), quando invece essa testimoniava un intero complesso di dottrine, di cui il can. attuale è una delle più tarde. La Chiesa può testimoniare il can., tra l’altro da lei stessa selezionato, solo se è infallibile. Non ha senso invece rifarsi alla testimonianza di una Chiesa apostata del IV sec..
Si noti poi dalle parole di Agostino come nel pensiero della Chiesa dell’epoca della chiusura del can. la testimonianza del consenso delle Chiese è importante solo in quanto quelle cattedre sono sedi di Traditio apostolica: ma per chi, come i figli del protestantesimo, rigetti l’idea che abbia senso la successione apostolica, il criterio di canonicità non può essere quello della Chiesa antica. Questa infatti considerava il consensus delle chiese un criterio in quanto in esse si tramandava la Traditio apostolica, ma per chi rigetti il concetto stesso di Traditio, questo criterio non avrebbe senso. E’ dunque falso che i TdG si rifacciano ai criteri della Chiesa primitiva, la quale non sapeva ovviamente come fosse il Sola Scriptura, e si rifaceva, per stabilire il can., alla Traditio.
Veniamo ora al III criterio, cioè la conformità con la Traditio Apostolica, cioè la Chiesa che è giudice dell’ortodossia degli scritti, e non viceversa. Storicamente non può che essere così, altrimenti i Padri della Chiesa non avrebbero litigato per difendere questo o quello scritto, se non fosse per il fatto che in alcuni di essi rispecchiavano la propria dottrina più che in altri, e dunque li appoggiavano. Esattamente come gli gnostici si sono scelti libri gnostici perché rispecchiavano la loro dottrina, la Grande Chiesa è giunta dopo un dibattito di IV sec. a selezionare i testi che le sembravano più conformi con l’immagine di Cristo tramandata dalla propria tradizione. Dicevo che testi, pur attribuiti ad apostoli dalla nomenclatura, sono stati rifiutati, perché la Chiesa in base ad un confronto con la propria esperienza interna, la propria tradizione, sapeva che essi non si confacevano all’insegnamento apostolico. Serapione di Antiochia alla fine del II sec. scrive: “Noi infatti, fratelli, accogliamo Pietro e gli altri Apostoli come Cristo, ma respingiamo in base alla nostra esperienza i falsi scritti che portano il loro nome” (in Eus., HE., VI, 12, 2-6).
Non ha determinato il can., lo ha scoperto.
Quale chiesa? Abbiamo già detto che ogni chiesa ha un can. diverso, voi dunque a quale testimonianza vi rifate, e perché scegliete quel testimone?
Un rapido colpo d’occhio a questa immagine presa dall'wikipedia inglese sintetizza quanto sto dicendo sulla multiformità del can. nelle varie chiese:
(per l'immagine a dimensioni leggibili, andare su wiki, spero solo che i diversi colori rendano bene l'idea della difformità)
Chi dice dunque che Dio ci avrebbe fatto “pervenire il can.” dovrebbe ricevere la risposta: pervenire dove? Visto che le tradizioni
receptae sono così diverse, su quale testimonianza mi dovrei basare?
Quanto all’affermazione secondo cui la Chiesa non avrebbe determinato il can. la l’avrebbe scoperto, essa è platonismo puro. Un po’ come quello dei musulmani che credono che il Corano esistesse già da solo in cielo prima che Allah lo dettasse a Maometto. Questo platonismo, come tutte le Idee platoniche, non ha nessun tipo di documentabilità storica. Ed anzi, la storia demolisce questa visione mostrando il lungo e tormentato progresso del dibattito sul can., da II a IV sec.
non è madre del can., è figlia del can..
Ben difficile da sostenere, visto che la Chiesa esiste da prima: e quando dico Chiesa intendo CC, visto che, se l’essenza della Chiesa sta nella successione apostolica tramite l’imposizione delle mani di vescovo in vescovo, allora tale criterio di auto identificazione della CC è attestato già con Ireneo nel II sec., mentre il can. è del IV.
I figli non precedono cronologicamente le madri, e siccome la Chiesa precede cronologicamente il can., come potrà esserne figlia?
sono autoritativi in sé perché considerati ispirati da Gesù e perché scritti nel I sec. dagli apostoli o da loro diretti collaboratori, e non perché vennero scelti in seguito dalla chiesa.
Ma come fai a sapere che libri ha citato Cristo? Ovviamente devi rifarti al NT. Pare dunque che se prima non spieghi in base a che cosa ritieni che l’attuale can. a 27 sia quello cattolico, tu non possa fondare neppure il can. dell'AT. Per di più, anche basandoci sulla testimonianza neotestamentaria dell’uso fatto da Cristo e dei suoi collaboratori, come arrivi al tuo can. antico testamentario attuale? Il NT non cita mai Esd, Ne, Est, Ct e Qo, per contro invece tra i citati extra-canonici possiamo annoverare Giuda che cita Enoc. Su che base dunque scarti Enoc, se la citazione è il tuo metro di riferimento? E si badi che non è una citazione qualsiasi, ma è introdotta da un “profetò”, che indica la mano divina…
Inoltre, dire che è canonico solo ciò che fu ritenuto canonico da Gesù e dai suoi collaboratori, ammesso che tu possa giustificare come mai reperisci queste informazioni nel NT della mia Chiesa, non ti permetterebbe in alcun modo di salvare il can. del NT: gli apostoli infatti non sapevano nulla del corpus di libri che tu chiami NT.
Ciao!