Cara Lucie: nel mio primo post, infatti, l'ho scritto. Se qualcuno dovesse fare del male a persone che amo, diverrei una furia. In vita mia mi è capitato, per fortuna non in modo così drammatico, e ho sempre reagito senza freni. Addirittura stupendomi per la "violenza" che riuscivo a generare in me.
Sai, nei dubbi che ho espresso , non vi era un'implicita assoluzione nei confronti del "mostro", ma un tentativo di comprensione, se non del fatto, ma dei processi mentali che portano all'abominio.
Forse perchè- da sempre- attratta dalle labirintiche espressioni mentali, dalle sue oscure macchinazioni, ecco che nasce in me il desiderio "scientifico" di spiegare, capire, comprendere ciò che normalmente è alieno ai nostri pensieri. E se non del tutto alieno, perchè un mostro addormentato si nasconde dentro ognuno di noi, per lo meno frenato da inibizioni indotte, che nei mostri invece sono inesistenti.
Infine, resta il dubbio, in che cosa risieda veramente l'impulso: nella scelta o nell'istinto.
Si è portato l'esempio - calzante , di Palantir- del serial killer che riusciva a soddisfare il suo piacere sessuale solo in presenza del cadavere del bambino.
Sicuramente in questo vi è la scelta, consapevole e lucida, del modo per giungere all'orgasmo sessuale, ma a monte vi è un istinto, un bisogno che deve essere "nutrito" indipendentemente dalla logica e la ragione, un istinto che il serial killer non riesce a reprimere, a far tacere, che rode, divora, rosicchia, urla e lacera. Che logora lentamente, e che si sfoga in quello "strappo" dell'umano sentire...
Ed infatti, il vero serial killer, a modo suo, fa di tutto per essere preso, fermato, lascia tracce inequivocabili di sè, messaggi, indizi...insomma, in nulla è un assassino perfetto, soltanto assetato di sangue...
[Modificato da Eadaoin 01/06/2005 13.32]