Rispondo prima a Thishar: non ignoro la possibilità di un confronto, che come dici bene, è anzi una cosa insita nel mio carattere, la crescita attraverso il dibattito è nella mia natura, ma memore di ciò che era avvenuto in passato, ovvero un botta risposta che non aveva condotto ad alcunchè se non ad un tuo risentito allontanarti addirittura dal forum ( se non erro è così che erano andate le cose), ho preferito farti sapere soltanto che pur pensandola diversamente da te non mi permetto di reputarti sciocca, o vittima di pregiudizi, o deprecabile. Accetto la tua diversità di pensiero e di guardare alla realtà, senza cercare di intervenire per cambiarla. Già la veemenza con la quale hai voluto giudicare il mio post, senza intravedervi invece il messaggio di eguaglianza nella concezione del dolore, mi fa capire che non ci sarebbe un giusto e corretto confronto con te su questo argomento. Tutto qua.
Ed ora Solitary Man:
la mia frase "ci siamo fatti asservire" è una frase impersonale che non va per forza a collegarsi ad una persona in particolare, in questo caso Piccolaflo; non conosco la storia personale di Piccolaflo, ma ho sentito il bisogno di rammentare, attraverso lei certo perchè lei si è fatta voce di questo all'interno del forum, che non possiamo permetterci di ricordare, gerarchizzando, solo quello che sembra addirittura che ci venga imposto di ricordare, così come avviene nei confronti dell'Olocausto, sminuendo e svilendo tutto il resto.
L'11 settembre è ormai, anzi, lo è stato sin dall'inizio, un affare mediatico, è stato gestito e sfruttato in quanto tale, imposto alla massa come unico evento degno di nota, al quale ogni cuore deve volgersi, e sappiamo benissimo - almeno mi auguro che lo sappiate, che la vostra obiettività riesca a guardare oltre- per quale motivo questa immane disgrazia, perchè tale è, deve continuare ad essere venduta ( perchè è marketing, è mossa politica, è tutto quello che volete, ma non è sincero lutto) al mondo intero.
Io contro tutto questo mi scaglio, non certo contro quelle vittime innocenti che nella loro drammatica morte in nulla si differenziano dalle innumerevoli che le hanno precedute e seguite.
Vorrei che, se proprio una data vogliamo dare alla memoria, questa rimembranza non avesse un nome, nè una patria, nè una bandiera, ma che fosse un unico, sentito, commosso, intimo abbraccio nei confronti di TUTTI, indistintamente dal colore, dalla razza, dalla religione, dal pensiero politico.
E l'11 settembre che ci sparano addosso ogni anno, invece, ahimè non conosce questo tipo di tolleranza o di amore nei confronti di chi non c'è più.