Novembre sgretolato tra i solchi
ormai disordinati ed infecondi
nell’immutato grembo ora ricalchi
la stagione che nutre solo silenzi.
Piegato al sonno ciclico del tempo
steso sui campi dai confini incerti
tra arbusti secchi, neri eretti a stèle
ti parlo e m’avvicino mese del pianto.
Togli l’umido fumo dalla luna
fai apparir le zolle cocci di vetro
rifletti sulla tua pelle umida e fredda
quell’uva secca tra i filari appesa.
Trattieni il seme, forse germoglierà
o resterà reliquia inconsistente
nell’urna cineraria del tuo ventre.
woowww!
bellissima tutta, in particolare le tre strofe evidenziate...
ma l'ultima è da brivido!!!
Non poteva rimanere tra le ragnatele questa poesia.
Ciao Anto
Rosanna
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)