Si fermo'sulla porta,in piedi,statico. Da dietro il banco si vedeva solo la sua figura,esile,ma forte,delicata ma rigida,la sua determinazione. Da dietro la vetrata si sente vociare di toni adulti,e si vede una mano,grande,sicura che tiene nella propria stretta tranquillante,la piccola mano scura. Momenti. La luce arriva da dietro di lui,questo sfoca le immagini e ovatta le sensazioni,ma l'ho riconosciuto. Ha un paio di jeans lunghi,una magliettina colorata con la scritta di qualche universita'americana,che probabilmente ho letto male. Ancora fermo.Dietro di lui,una figura piu'grande fa capolino all'orizzonte.lo spinge un pochettino per portarlo dentro il negozio. Sorride la figura grande,ha i baffi. Una voce di donna arriva dietro di loro,tutti sono spinti dentro,il piccolo,un po'timidamente,entra.Paradiso dei bambini,videogiochi,film,cartoni animati,carte e giocattoli,ma non mi toglie gli occhi di dosso un momento,non li vede nemmeno. Esco dal banco.Il cuore mi batte forte forte,sento il tamburo della vita che mi scuote il corpo,brividi. Siamo uno di fronte all'altro,ora,non c'e'piu'dubbio,ci siamo riconosciuti.L'uomo sopra di lui mi sorride,ha gli occhi lucidi,tiene stretto in una mano,la mano del bimbo,nell'altra la mano della donna. Sembra un grande albero,un tronco forte pronto per i propri rami,e le foglie. Al mattino non c'e'nessuno in negozio,e questo contribuisce a farmi percepire questo momento come infinito. Quante ore sono che ci guardiamo,giorni,settimane,sono solo istanti.Poi d'improvviso il piccolo lascia la mano,mi corre incontro,si lancia sul mio petto,lo stringo,forte,forte.Profuma di buono,d'innocenza e di amore.I suoi capelli ricci mi fanno il solletico al naso,stringo. Non so quanto tempo e'che non lo vedevo,c'era ancora l'istituto,era ancora li dentro,prima che lo mandassero in piemonte,prima che lo affidassero,prima che,sembra,cominciassero le pratiche di adozione. Mi stringe forte forte,a volte mi spezza il fiato,a volte,e sento il fresco delle sue lacrime,lo sento sul caldo delle mie guance,e sento i suoi piedini che sventolano sulle mie ginocchia,e sento i singhiozzi,i baci,il movimento sussultorio che fa un petto che si libera di anni di lacrime rinchiuse. Ci guardano,non vediamo nulla. Faccio per aprire le labbra e dire qualcosa,ma lui mi stringe di piu'.Si spezzano le parole.E'passato tanto tempo da quando lo andavo a trovare all'orfanotrofio,anzi,all'istituto Sacro Cuore.E'diventato quasi un ometto,e di sicuro e'forte e muscoloso.E'passato tanto tempo,dalle nostre chiaccherate,dai nostri giochi,dal tempo passato insieme.Poi tutto passa,e sbiadisce.Scende dal mio petto,mi stringe la mano forte,le mie dita diventano blu.Piange ancora,e ancora,ma con calma,meno disperato.Do la mano all'uomo,abbraccio la donna che mi raccontano. "Scusa l'intrusione,glielo avevamo promesso,appena possibile ti portiamo a salutarlo.Abbiamo chiamato l'istituto ma come ben sai lo hanno chiuso,ora suor Anna si e'trasferita a Verona e abbiamo impiegato un po'di tempo a trovarla,e da li,poi,il n.di telefono e il tuo indirizzo,e ora e'qua.Dobbiamo andare,volevamo solo ringraziarti,per quasi tutti i due anni che e'stato con noi,sei stato nei suoi pensieri,nelle preghiere della sera,nei ricordi felici."...
...
...
Ci salutiamo,cosi' d'improvviso come sono apparsi.
Mi da la mano da bravo ometto,gliela stringo inginocchiandomi e stringendolo al petto.
-" Scusami"-
-"Grazie massi..."-
Due parole!